La grande battaglia che rafforzò l'identità europea, raccontata in un film, e che favorì la difffusione del cornetto e del cappuccino Gli italianissimi cappuccino e cornetto sono stati creati nel settembre 1683 con la liberazione di Vienna. Di questi avvenimenti tratta il film diretto da Renzo Martinelli e sceneggiato dal regista stesso e Valerio Massimo Manfredi, che sarà nelle sale nella primavera 2013. É probabile che il nome cornetto ricordi la mezzaluna turca, mentre il termine cappuccino prenda il nome in omaggio al mistico padre Capuccino Marco d’Aviano il grande motivatore della vittoria sui turchi. Il 27 aprile 2003, Papa Giovanni Paolo II lo proclama beato. Nel 1683 trecentomila soldati musulmani, guidati da Karà Mustafà assediano la città di Vienna. Il loro obiettivo è aprirsi un varco in Europa per arrivare a Roma e conquistare la cattedrale di San Pietro, trasformandola da cuore della cristianità in moschea islamica. Sempre in quell'anno il frate cappuccino Marco da Aviano viene inviato dal Papa a Vienna: l’obiettivo è convincere i potenti europei a formare una coalizione militare contro i Turchi. Questa battaglia pose fine all'assedio della città. La città era stata posta sotto assedio il 14 luglio del 1683 da 140.000 turchi guidati dal gran visir Mustafa Pasha. La strategia turca per conquistare definitivamente Vienna, si basava su scavi notturni di gallerie, sotto le mura di cinta della città, per minarle e farne saltare così le fondamenta. I fornai viennesi sentendo i rumori dei picconi diedero l'allarme, facendo così fallire questo attacco. L'11 settembre 1684 il Re Polacco Giovanni III Sobieschi giunse a Vienna guidando la coalizione cristiana e i turchi vennero rovinosamente sconfitti. Fu in quel giorno che Padre Marco d'Aviano, al secolo Carlo Domenico Cristofori, carismatico predicatore, diplomatico ed eroe, con la sua fede condusse gli eserciti cristiani della “Lega Santa” nella decisiva battaglia che respinse l'assedio ottomano a Vienna. Quest’impresa valse a padre Marco D’Aviano l’appellativo di Salvatore d’Europa. La sua fama divenne talmente vasta, grazie ai numerosi miracoli, che lo stesso Papa Innocenzo XI definì padre Marco ’il taumaturgo del secolo’. Marco si adoperò per coordinare l'alleanza cristiana contro l'Islam. La sua popolarità era enorme, e così la sua autorevolezza. Il frate cappuccino partecipò assieme ai comandanti militari alla pianificazione dell'attacco. Il primo obiettivo raggiunto fu la riconquista di Buda, avvenuta il 2 settembre 1686, Marco era immancabilmente presente. La specialità si diffuse in Italia e più specificatamente in Veneto subito dopo il 1683, grazie agli intensi rapporti commerciali tra la Repubblica dei Dogi e Vienna. Dalla Laguna, esso poi si diffonde in tutta Italia. Così, al Nord prende il nome di brioche, da “brier”, impastare, dall’azione necessaria per prepararla. Al Sud prende invece il nome di cornetto. A seguito del matrimonio tra la principessa austriaca Maria Antonietta e Luigi XVI di Francia nel 1770 il cornetto arrivò in Francia. I pasticceri francesi modificarono la ricetta usando più burro e chiamarono il dolce croissant (mezzaluna). Secondo una tradizione popolare i turchi in fuga da Vienna abbandonarono l'accampamento in fretta e furia, lasciando così 500 sacchi di chicchi di caffè, una bevanda comune tra i turchi, ma sconosciuta agli europei. Le truppe vincitrici pensarono in un primo momento che i chicchi fossero un foraggio per i cammelli, poi qualcuno, molto probabilmente il ricognitore polacco Franz Georg Kolschitzky o un altro soldato polacco, ma di origini armene, Diodat, provò a buttarli nell'acqua calda e scoprì l'acqua nera e calda, che però era amara: si iniziò ad addolcirla con miele latte e panna, si ottenne così una bevanda di colore molto simile a quello del saio dei capuccini, da qui il nome, casualmente anche padre Marco era un cappuccino. (di Carlo Baratta - del 2013-05-04) articolo visto 9105 volte ELENCO INCURSIONI MUSSULMANE IN EUROPA ! DA SEMPRE PER LORO ESISTONO SOLO I VERBI: "INVADERE; OCCUPARE; UCCIDERE ! |
giovedì 26 novembre 2015
All. nr. 312) IL PERICOLO "ISLAM" E' UNA COSTANTE NELLA STORIA ! GIA' DAL 1683 (11 SETTEMBRE), LA LORO MIRA ERA INVADERE ROMA PER OCCUPARE SAN PIETRO !
martedì 24 novembre 2015
All.nr.311) DOBBIAMO ARRENDERCI ALL'EVIDENZA, CI TRATTANO DA SCEMI PERCHE' COSI' CI COMPORTIAMO !
IL POPOLO ITALIANO ORAMAI E' AL TRACOLLO, LA SICUREZZA DEI CITTADINI ORAMAI E' UNA CHIMERA E TUTTO QUESTO PERCHE' ?
1) I "POLITICANTI" HANNO FATTO ENTRARE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI NEMICI ;
2) ALCUNI DI LORO SONO ANCHE STATI ELETTI IN PARLAMENTO;
3) I CITTADINI CONTINUANO A CONFERIRE CONSENSO A QUESTI POLITICANTI "TRADITORI";
4) RISULTATO ? CHECCHE' NE DICANO GLI ADDETTI AI LAVORI L'ITALIA E' IN "ALLERTA MASSIMA" !
NON DEVE MERAVIGLIARE BRUXELLES IN COPRIFUOCO, NOI SIAMO NELLE STESSE CONDIZIONI ED ANCORA PEGGIO DI PARIGI !
IN TUTTO QUESTO BEL DISEGNO, CI SONO DEGLI INDIVIDUI (COME IL SOTTOSTANTE) CHE ORAMAI SEMPRE PIU' APERTAMENTE ED IN MODO SEMPRE PIU' SFACCIATO ESPONGONO SENZA RITEGNO IL LORO DISEGNO CRIMINOGENO CHE, IDEOLOGICAMENTE E' NELLA LORO INDOLE NONCHE' OVVIAMENTE NELLA LORO LEGGE (IL CORANO) E, OPERATIVAMENTE EBBE INIZIO CON LE TORRI GEMELLE, DI SEGUITO CON GLI ATTENTATI A LONDRA, POI CON IL PRIMO ATTENTATO A PARIGI, POI CON L'ATTENTATO AL PRADO EPOI CON IL SECONDO ATTENTATO A PARIGI.
COLORO CHE TENGONO LE FILA DI QUESTA ORAMAI PALESE "INVASIONE" SONO PROPRIO GLI INDIVIDUI COME IL NOTO KHALID IL QUALE DA TEMPO SPARA A ZERO SUL POPOLO ITALIANO IN OGNI PROGRAMMA TV DEL QUALE E' "OSPITE".
IL LORO RITORNELLO E' SEMPRE IL SOLITO: "VI SCHIACCEREMO, VI INVADEREMO E SARETE A NOI SOTTOMESSI !
OK, I FATTI LO DIMOSTRANO MA, CIO' CHE E' VERAMENTE ASSURDO E' CHE LO STATO ITALIANO ADDIRITTURA "DIFENDA" TALI INDIVIDUI CON UNA SCORTA DI STATO (RICORDIAMO CHE A MARCO BIAGI FU NEGATA E LO STESSO FU UCCISO DALLE BR).
INOLTRE PROVIAMO AD IMMAGINARE LA "RECIPROCITA' " TRA NOI E QUESTI PAESI "ISLAMICI";
PROVATE AD IMMAGINARE UN CITTADINO ITALIANO (O COMUNQUE NON ISLAMICO) IL QUALE SI RECA A QUELLE LATITUDINI ED ESPRIME IL SUO PENSIERO CIRCA IL "CORANO", "MAOMETTO", LA "MECCA" ETC. !
SECONDO VOI, QUEL CITTADINO AVREBBE LA "LIBERTA' " DI POTER ESPRIMERE IL PROPRIO PENSIERO ?
QUEL CITTADINO SAREBBE "GIUSTIZIATO" IMMEDIATVOLONTA'AMENTE CON IL TAGLIO DELLA GOLA E LA DECAPITAZIONE STOP !
IN ITALIA INVECE COSA ACCADE ?
NON SOLO SI PERMETTE L'INGRESSO DI "NEMICI" DICHIARATI DEL NOSTRO PAESE. NON SOLO SI ELEGGONO QUESTI INDIVIDUI IN PARLAMENTO MA, ADDIRITTURA, A COLORO CHE COSTANTEMENTE "SCHIAFFANO IN FACCIA" LA LORO VOLONTA' DI DOMINIO, LO STATO ITALIANO PROCURA UNA "SCORTA DI STATO".
QUESTA E' L'ABERRAZIONE DELLA LOGICA, DELLA LEGGE, DELLA BUONAFEDE, DEL BUON SENSO.
QUESTI SONO ORAMAI I FRANTUMI RIMASTI, DI UNO STATO OVE PURTROPPO LA SINISTRA HA AVUTO POTERE DECISIONALE.
"SIGNORI SIAMO IN GUERRA, IL NEMICO E' IN CASA NOSTRA E LO STATO ADDIRITTURA LO PROTEGGE".
STOP.
Mauro Masoni ha condiviso la foto di Annamaria Corradini.
lunedì 23 novembre 2015
All.nr.310) "IL CORANO INVITA ALLA PACE" ? PER CAPIRLO BASTA LEGGERE ALCUNI VERSETTI !
Uccidere gli infedeli? Sì. - Morasta
22 gen 2014 - Ma lo sapevate che ci sono 123 versi del Corano relativi al combattere ed uccidere per la causa di Allah? Ecco, di seguito, alcuni passaggi:.
IN PRATICA, AD ESEMPIO NEL VANGELO SI LEGGE: "AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO" !
NEL CORANO INVECE SI LEGGE: "UCCIDI TUTTI COLORO CHE NON SONO MUSSULMANI E CHE NON SI CONVERTONO".
"DIFFICILMENTE SI TROVA UN TESTO PIU' VIOLENTO DEL CORANO" !
LEGGENDO IL CORANO NON APPARE NIENTE DA INTERPRETARE, TUTTO E' LAMPANTE, "INVADERE OCCUPARE ED UCCIDERE" !
NE CONSEGUE CHE TALI SOGGETTI COSTITUISCONO UN PERICOLO COSTANTE (E LO STANNO DIMOSTRANDO);
MA NON SOLO AD AVERLI ACCANTO, GIA' E' PERICOLOSO AVERLI NELLA STESSA CITTA', NELLA STESSA REGIONE E NELLO STESSO STATO !
Forse già conoscete questa “O voi che credete! Non abbiate amici tra gli Ebrei ed i Cristiani” [al-Ma’idah 5:51.11]. Ma lo sapevate che ci sono 123 versi del Corano relativi al combattere ed uccidere per la causa di Allah? Ecco, di seguito, alcuni passaggi:
- I musulmani sono incoraggiati ad occuparsi totalmente nel combattimento per la gloria di Allah [Sura 22:73]
- Allah darà “una più grande ricompensa a coloro che combatteranno per lui” [Sura 4:96]
- Circa gli infedeli (coloro che non si sottomettono all’Islam), costoro sono “gli inveterati nemici” dei musulmani [Sura 4:101]. I musulmani devono “arrestarli, assediarli e preparare imboscate in ogni dove” [Sura 9:95]. I musulmani devono anche “ circondarli e metterli a morte ovunque li troviate, uccideteli ogni dove li troviate, cercate i nemici dell’Islam senza sosta” [Sura 4:90]. “Combatteteli finché l’Islam non regni sovrano” [Sura 2:193]. “tagliate loro le mani e la punta delle loro dita” [Sura 8:12]
- Se un musulmano non si unisce alla guerra, Allah lo ucciderà [Sura 9:93]. Al fedele deve essere detto “ il calore della guerra è violento, ma più violento è il calore del fuoco dell’inferno” [Sura 9:81]
- Un musulmano deve “combattere per la causa di Allah con la devozione a Lui dovuta” [Sura 22:78]
- I musulmani devono far guerra agli infedeli che vivono intorno a loro [Sura 9:123]
- I musulmani devono essere “brutali con gli infedeli” [Sura 48:29]
- Un musulmano deve “gioire delle cose buone” che ha guadagnato con il combattimento [Sura 8:69]
- Un musulmano può uccidere ogni persona che desidera se è per “giusta causa” [Sura 6:152]
- Allah ama coloro che “combattono per la Sua causa” [Sura 6:13]. Chiunque combatta contro Allah o rinunci all’Islam per abbracciare un’altra religione deve essere “messo a morte o crocifisso o mani e piedi siano amputati da parti opposte” [Sura 5:34]
- “Chiunque abiuri la sua religione islamica, uccidetelo”. [Sahih Al-Bukhari 9:57]
- “Assassinate gli idolatri ogni dove li troviate, prendeteli prigionieri e assediateli e attendeteli in ogni imboscata” [Sura 9:5]
- “Prendetelo (l’infedele n.d.t.) ed incatenatelo ed esponetelo al fuoco dell’inferno” [Sura 69:30]
- “Instillerò il terrore nel cuore dei non credenti, colpite sopra il loro collo e tagliate loro la punta di tutte le dita” [Sura 8:12]
- “Essi (gli infedeli ndr) devono essere uccisi o crocefissi e le loro mani ed i loro piedi tagliati dalla parte opposta [Sura 5:33]
- “Sappiate che il paradiso giace sotto l’ombra delle spade” [Sahlih al-Bukhari Vol 4 p55]
Domanda: dato che il Corano è la parola di Allah, che il Profeta Mohammed (la Pace sia su di Lui) altro non è che il diligente redattore del Libro e che dovere di ogni buon musulmano è applicare quanto scritto sul Corano (e non interpretarlo, si badi bene), è mai possibile un “Islam moderato”?
Secondo me no.
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a battaglia della trincea e il genocidio dei Banu Qurayza - 627 A.D. 
di Paolo Mantellini
Prima parte: Le bugie di Deborah qui
Seconda parte: L’emigrazione a Yathrib (Egira) e la “Costituzione” di Medina - 622-623 A.D. qui
Terza parte: La battaglia di Badr e l’espulsione dei Banu Qaynuqa - 624 A.D. qui
Quarta parte: La battaglia di Uhud e l’espulsione dei Banu Nadir - 625 A.D. qui
Citazioni: S = “The Life of Muhammad”; V = “Vite Antiche di Maometto”
I Confederati
Dopo l’espulsione dei Banu Nadir, non si verificarono eventi di particolare importanza. Maometto si preoccupò di consolidare il suo potere non solo a Medina, isolando e logorando i pochi che avevano il coraggio di contrastarlo, ma anche mediante accordi con numerose tribù Arabe sia stanziali che nomadi, che, gradualmente, si convincevano che era più conveniente convertirsi, pagando la zakat, la tassa religiosa, piuttosto che subire continue razzie. Maometto, impegnato ad allargare la famiglia con numerosi matrimoni, dettò le regole basilari che plasmarono la nuova società islamica di cui era il capo assoluto, e, mediante frequenti e opportune rivelazioni, riuscì ad eliminare completamente i vecchi legami della società Araba, sostituendoli con la nuova fanatica solidarietà tra credenti (ricordo qui l’episodio illuminante dei due fratelli, Muhayssa e Huhayssa, subito dopo l’assassinio di Ka’b bin al-Ashraf)
I Quraysh osservavano da lontano, cercando di coalizzare tutti gli oppositori del nuovo padrone di Medina, in particolare tutti quelli che non avevano intenzione di sottomettersi e pagare il tributo che, anche se ordinato da Dio, era pur sempre un tributo.
Si racconta che una delegazione di Ebrei dell’oasi di Khaybar, dove si erano rifugiati molti dei Banu Nadir espulsi da Medina due anni prima, si recò alla Mecca all’inizio del 627 per sollecitare i Quraysh a guidare una coalizione militare per eliminare Maometto una volta per tutte. Durante i colloqui i Quraysh domandarono agli Ebrei, grandi conoscitori dei libri sacri, quale religione fosse migliore tra la loro e quella inventata da Maometto. Evidentemente gli Ebrei risposero, mentendo, che la religione migliore era quella dei Quraysh. L’episodio ci viene svelato dal Corano (4:51-52):
51 Non hai visto coloro ai quali fu data una parte della Scrittura, prestar fede agli spiriti impuri e agli idoli e dire di coloro che sono miscredenti: "Sono meglio guidati sulla via di Allah di coloro che hanno creduto".
52 Ecco coloro che Allah ha maledetto; a chi è maledetto da Allah non potrai trovare alleato.
I Meccani erano pronti e, di propria iniziativa o convinti dagli Ebrei di Khaybar, marciarono contro Medina con un esercito di diecimila uomini, formato da tutti gli oppositori della nascente potenza Medinese, i così detti “Confederati” o “Coalizzati”. La tribù più potente, dopo i Quraysh, era quella dei Ghatafan. C’è una Sura del Corano, la XXXIII, intitolata “al-Ahzab” (I Confederati) che accenna a questo episodio (33: 22-24). Maometto, avvertito di quanto stavano tramando i suoi nemici, non potendo contare che su tremila uomini, tra cui cominciava a serpeggiare qualche dubbio sui vantaggi di continuare ad appoggiare l’inviato di Allah contro i suoi potenti ex-concittadini (Corano 33:12), si preparò alla difesa (V 237-240).
La trincea
Evitando l’errore commesso due anni prima a Uhud, quando uscì dalla città per affrontare il nemico in campo aperto, fece scavare una trincea nella piana che conduceva alla città. Questo stratagemma difensivo, sconosciuto agli Arabi, consisteva di un largo e profondo fossato che impediva le cariche della cavalleria beduina, difeso da un terrapieno, realizzato col materiale di scavo, dietro cui riparare le truppe musulmane; l’idea fu consigliata da Salman al-Farsi, un Cristiano Persiano che Maometto aveva riscattato dalla schiavitù dopo la conversione all’islàm (V 240-245). Quando i confederati si presentarono per la battaglia, furono sorpresi da quella diavoleria che impediva alla loro cavalleria di precipitarsi sul nemico e si bloccarono senza sapere cosa fare. Si accamparono quindi fuori Medina cercando il modo di superare il fossato, limitandosi a qualche insignificante scaramuccia.

La battaglia della trincea: Mappa
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Il tradimento dei Banu Qurayza
I Banu Qurayza erano legati a Maometto da un Patto, ma le fonti non specificano se fosse una alleanza attiva o solo un patto di non aggressione. Credo che i Banu Qurayza, dopo aver visto la sorte toccata ai Banu Qaynuqa e ai Banu Nadir, avrebbero firmato qualsiasi patto con Maometto. La storia racconta che un Ebreo dei Banu Nadir, presente nell’esercito Confederato, si presentò al capo dei Banu Qurayza per ottenere il loro appoggio contro Maometto. Dopo un iniziale diniego, alla fine i Banu Qurayza si fecero convincere ad allearsi con gli invasori e rimasero in attesa degli eventi, pronti al tradimento (V 245-248).
La guerra è inganno
L’esercito Meccano, accampato fuori Medina, era obbligato ad un assedio in piena regola. Purtroppo era una tecnica bellica sconosciuta agli Arabi. I giorni passavano e non c’era alcun progresso. Il morale era basso. Anche le schiere musulmane erano depresse e Maometto doveva ricorrere alla fede nell’Altissimo per rincuorare i suoi. Tentò anche di negoziare una tregua, ma senza successo. Oltretutto, le spie inviate presso i Banu Qurayza, riferirono il loro voltafaccia e il rischio di un attacco alle spalle. L’apprensione e l’ansia nel campo musulmano erano palpabili. Fu allora che un neo-convertito, Nu’aym bin Mas’ud, della tribù dei Ghatafan, si presentò a Maometto dicendo:
“Io mi sono appena convertito, ma la mia gente non lo sa. Ordinami quello che vuoi che io faccia” E Maometto rispose:
“Tu sei uno di noi, ma uno solo. Quindi vai (pure) e semina discordia tra loro, se ne sei capace, perché la guerra è inganno!”.
E così Nu’aym andò dai Banu Qurayza di cui “era stato compagno di bevute” e disse loro:
“Voi siete alleati dei Quraysh e del Ghatafan contro Maometto, ma loro non sono di queste parti, i loro campi, le loro donne e i loro figli sono altrove. Se le cose si dovessero mettere male, loro vi abbandoneranno e se ne torneranno a casa, ma voi abitate qui e rimarrete soli ad affrontare Maometto, quindi chiedete ai Quraysh e ai Ghatafan degli ostaggi, per essere sicuri che, se le cose si mettono male, non vi abbandoneranno.”
I Banu Qurayza ringraziarono per l’ottima idea e Nu’aym li lasciò.
Andò poi dai Quraysh e disse loro:
“Ho delle notizie per voi. I Qurayza si sono pentiti del patto che hanno stretto con voi e hanno offerto a Maometto la testa di alcuni dei nobili dei Quraysh e dei Ghatafan. Maometto ha accettato. Quindi se gli Ebrei vi chiederanno degli ostaggi, non dateglieli”.
I Quraysh lo ringraziarono per l’informazione e Nu’aym li lasciò.
Si recò quindi dai Ghatafan, la sua tribù natale, e disse loro:
“Sapete che sono dei vostri e che la vostra sorte mi sta a cuore. Devo avvertirvi di un grave pericolo”
E raccontò quello che aveva raccontato ai Quraysh. I Ghatafan lo ringraziarono per l’informazione e Nu’aym li lasciò.
Dopo qualche giorno, visto che la cavalleria non riusciva a superare il fossato, che la situazione era bloccata e che cavalli e cammelli cominciavano a morire per mancanza di foraggio fu deciso un ultimo attacco generale. Fu inviato un rappresentante ad avvisare i Qurayza di prepararsi per l’attacco, ma i Qurayza rifiutarono con la scusa che l’attacco sarebbe avvenuto di Sabato giorno in cui la loro religione vietava ogni attività. Richiesero però la consegna di ostaggi da parte dei Quraysh e dei Ghatafan. Questo atteggiamento confermò il falso racconto di Nu’aym, per cui Quraysh e Ghatafan rifiutarono di consegnare gli ostaggi e l’attacco abortì. A causa di questo rifiuto, anche i Qurayza si convinsero che i loro nuovi “alleati” erano pronti a tradirli. La diffidenza dominava ormai i rapporti tra i Confederati. In questa drammatica situazione scoppiò improvvisamente una terribile tempesta che distrusse quasi completamente il campo degli assedianti (Corano 33:9). Nella notte il comandante in capo dell’esercito Confederato, Abu Sufyan, impartì l’ordine di abbandonare l’assedio.
Il mattino successivo Maometto, salito sul terrapieno, vide che il nemico era scomparso. Così finì la battaglia della trincea, una battaglia che non fu mai combattuta (V 248-255; S 450-460). Secondo Sir William Muir l’assedio durò dal 2 al 17 Marzo 627 e il computo totale delle vittime dell’esercito Confederato, forte di dieci mila effettivi, fu di tre morti.
Il genocidio dei Banu Qurayza (V255-264; S 461-469)
a. l’assedio
Aisha, la prediletta moglie bambina, madre dei credenti, ci racconta che, sollevato per l’improvvisa scomparsa del nemico, Maometto si stava godendo un meritato bagno, quando gli apparve l’Arcangelo Gabriele armato di tutto punto e coperto di polvere:
“Ti sei tolto l’armatura! Io non mi sono ancora tolto la mia!” gli disse. Maometto capì che qualcosa non andava e gli domandò:
“Dove (dobbiamo andare)?” e Gabriele disse:
“Là!”, indicando la direzione dei Banu Quraiza, o almeno così ci ha tramandato la Sunna (Bukhari, 4.52.68).
Maometto radunò immediatamente l’esercito che aveva appena sciolto e si diresse di gran carriera, saltando addirittura la preghiera del pomeriggio, verso le dimore dei Banu Qurayza che, non avendo fatto nulla di concreto contro i musulmani (anche se gli sarebbe piaciuto poterlo fare), non si erano minimamente preparati. Giunto alle loro fortificazioni li apostrofò così:
“Ehi voi, fratelli di scimmie, Dio vi ha forse fatto cadere in disgrazia e ha fatto scendere la sua vendetta su di voi?”.
L’insulto faceva riferimento alle reiterate invettive coraniche contro gli Ebrei, trasformati in “scimmie e maiali” a causa delle loro nefandezze (Corano 2:65; 5:60; 7:166). Raccontò poi ai suoi che Gabriele era andato avanti verso i Banu Qurayza “per scuotere le loro fortezze e gettare il terrore nei loro cuori” (S 461).
I Qurayza non sapevano cosa fare e il loro capo, Ka’b bin Asad, quello che aveva deciso l’alleanza con i Quraysh, espose chiaramente ai suoi le tre opzioni possibili:
1) convertirsi all’islàm, ma la proposta fu rifiutata perché non volevano tradire la loro fede;
2) uccidere mogli e figli e attaccare Maometto e i suoi, rischiando il tutto per tutto, ma la proposta fu rifiutata perché non si sentivano di uccidere creature innocenti;
3) sorprendere quella notte stessa (era Sabato) Maometto e i suoi, che non se lo aspettavano, sperando di ucciderlo, ma la proposta fu rifiutata per non profanare il Sabato e rischiare di essere trasformati in scimmie (Corano 2:65; 5:60; 7:166).
Chiesero allora a Maometto di parlare con Lubaba ibn ‘Abd al-Mundhir, che apparteneva ad una tribù loro alleata. Maometto acconsentì e lo inviò dai Qurayza che gli chiesero consiglio sul da farsi, visto che Maometto pretendeva una resa senza condizioni. Lubaba consigliò di arrendersi ma, mentre lo diceva, si passò la mano tesa davanti alla gola, indicando chiaramente cosa sarebbe successo. Dopo 21 giorni di assedio si arresero, affidandosi al giudizio di Maometto (V 255-259).
b. il giudizio
Gli Aws, alleati dei Banu Qurayza, temendo un giudizio troppo duro e ricordando che i Khazraj, alleati dei Banu Qaynuqa, li avevano difesi, ottenendo un trattamento clemente, si precipitarono da Maometto chiedendo clemenza per i propri ex alleati. Maometto rinunciò ad emettere il giudizio ma decise di scegliere come arbitro uno degli Aws. Gli Aws, soddisfatti, acconsentirono, e Maometto scelse Sa’d bin Mu’adh, un fanatico musulmano, ferito durante la battaglia del fossato, che giaceva in una tenda adibita a infermeria.
Immediatamente gli Aws lo andarono a prendere, caricandolo su di un asino perché era corpulento e dicendogli:
“Trattali con clemenza, perché l’Apostolo ti ha nominato arbitro a questo scopo” e siccome continuavano a ripeterlo, Sa’d disse:
“E’ giunto il tempo che Sa’d, sulla via di Dio, non si curi del biasimo di nessuno” (V 259).
Ibn Ishaq riferisce testualmente: “Allora alcuni dei presenti ritornarono alla residenza dei Banu ‘Abdu’l-Ashal e annunciarono loro la morte dei Banu Qurayza, prima dell’arrivo di Sa’d, a motivo di quello che gli avevano sentito dire (S 463).”
Quando Sa’d arrivò, Maometto gli disse:
“Questa gente è pronta a ricevere il tuo giudizio”, al che Sa’d disse:
“Il mio giudizio è che i guerrieri siano uccisi, le loro proprietà distribuite e i loro bambini e le loro donne fatti schiavi”.
Maometto fu estremamente compiaciuto:
“Oh Sa’d, il tuo giudizio per loro è stato come quello del Signore Allah” (Bukhari 4.52.280) disse. E disse anche:
“Hai espresso il giudizio di Allah (che è) sopra i sette cieli (S 464)”. Poco dopo la sentenza Sa’d si aggravò e morì; Gabriele apparve a Maometto dicendo che subito dopo la morte di Sa’d perfino le porte del cielo e il trono divino avevano tremato! (V 263)
c. il massacro

Il massacro dei Banu Qurayza. Particolare della miniatura “Il Profeta, Alì, e i loro Compagni al massacro dei prigionieri della tribù ebraica di Beni Qurayza”, tratto da un testo del 19 ° secolo di Muhammad Rafi Bazil. Manoscritto (17 folio 108 ter), oggi conservata nella British Library
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Il mattino dopo il giudizio, Maometto andò al mercato di Medina, fece scavare delle fosse, si fece mandare i prigionieri Qurayza a gruppi, li fece decapitare e gettare nelle fosse. Le decapitazioni durarono tutto il giorno. Gli uomini giustiziati furono sei o sette cento, ma altri dicono otto o nove cento. Ibn Ishaq racconta alcuni episodi dell’eccidio (come l’esecuzione dell’unica donna Ebrea, riferita da Aisha e l’inutile magnanimità di Maometto per un vecchio Ebreo, raccontata da Thabit bin Qays) che tralascio per brevità, dato che non aggiungono nulla alla storia. Devo invece notare che, riprendendo il discorso, dopo questi incisi, per due volte Ibn Ishaq scrive testualmente “L’Apostolo ordinò che ogni maschio adulto dei loro dovesse essere ucciso” alla fine di pagina 465 (S 465) e “L’Apostolo aveva ordinato che ogni adulto dei Banu Qurayza dovesse essere ucciso” all’inizio di pagina 466 (S 466). Ciò può significare che, forse, l’attribuzione della decisione del massacro a Sa’d bin Mu’adh fu introdotta per non dover attribuire al Profeta una azione da considerare criminale anche secondo gli scarsi standard morali dell’Arabia del VII secolo, ma, anche se l’episodio del giudizio di Sa’d bin Mu’adh fosse vero, le due frasi confermano che la decisione finale fu comunque di Maometto. Qualsiasi cosa avesse deciso Sa’d bin Mu’adh, Maometto era nella posizione di modificarne il giudizio se non lo avesse ritenuto corretto. Sembra quindi evidente che la responsabilità del crimine, se di crimine si tratta, è solo ed esclusivamente ascrivibile al Profeta dell’islàm.
1.
2. 
1. Arabia, Medina, 627: il massacro di 600 Ebrei dei Banu Qurayza 2. Nigeria, Jos, 2010: il massacro di 500 Cristiani
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Il genocidio dei Banu Qurayza, oltre che nelle opere citate (Vite e Sira) è confermato da molti ahadith (Bukhari 5.59.362; Muslim 19.20.4364;19.20.4363; 19.20.4365) e dal Corano:
Ha fatto uscire dalle loro fortezze coloro, fra la gente del Libro, che avevano spalleggiato i coalizzati ed ha messo il panico nei loro cuori. Ne uccideste una parte e un'altra parte la faceste prigioniera (Corano 33:26)
E dopo tanto sangue, un po’ di sesso: Rayhana
Oltre la faticaccia di dover presiedere personalmente alla decapitazione di tutti quegli Ebrei, operazione che si protrasse fino a notte fonda al lume delle torce, Maometto dovette occuparsi anche della divisione del bottino. Fu la prima volta che si usò tirare a sorte, sempre salvaguardando il quinto riservato al Profeta, che comunque, se voleva, come vedremo, aveva il diritto di prelazione. Gli articoli più preziosi erano i cavalli e le donne. Un gruppo di donne Ebree fu venduto al mercato di Najd per l’acquisto di armi e cavalli.

La divisione del bottino: la scelta delle schiave
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Maometto, durante la divisione adocchiò la più bella tra le prigioniere, il cui marito e tutti i parenti maschi (padre, zii, fratelli, cognati, cugini, nipoti) erano appena stati decapitati e se la accaparrò. Si trattava della ventenne Rayhana bint ‘Amr bin Khunama. Le chiese di convertirsi, così da poterla sposare, ma lei rifiutò. Dice Ibn Ishaq “Aveva mostrato ripugnanza verso l’islàm quando fu catturata e rimase strettamente aderente al Giudaismo (S 466)”. Maometto fu molto dispiaciuto, ma pare che successivamente si sia convertita all’islàm; quando la notizia gli fu riferita, “gli procurò piacere”, ma non la sposò. Rayhana restò in suo potere, come schiava e concubina, fino alla morte.
La storia che mi ero ripromesso di raccontare finisce qui, anche se le uccisioni, i tradimenti, le torture, le razzie e gli stupri (truccati da matrimoni legittimi) di Maometto sono continuati fino alla sua morte. Nel prossimo articolo mi permetterò di aggiungere qualche considerazione conclusiva sui fatti raccontati dai biografi musulmani di Maometto che ho fin qui riassunto.
Prossimo argomento: Conclusione
Potete leggere gli altri articoli qui:
L’eliminazione degli Ebrei di Medina (1) Le bugie di Deborah
L’eliminazione degli Ebrei di Medina (2) L’emigrazione a Yathrib (Egira) e la “Costituzione” di Medina - 622-623 A.D.
L’eliminazione degli Ebrei di Medina (3) La battaglia di Badr e l’espulsione dei Banu Qaynuqa - 624
L’eliminazione degli Ebrei di Medina (4) La battaglia di Uhud e l’espulsione dei Banu Nadir - 625
L’eliminazione degli Ebrei di Medina (6) Conclusione
di Paolo Mantellini
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22 gen 2014 - Ma lo sapevate che ci sono 123 versi del Corano relativi al combattere ed uccidere per la causa di Allah? Ecco, di seguito, alcuni passaggi:.
IN PRATICA, AD ESEMPIO NEL VANGELO SI LEGGE: "AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO" !
NEL CORANO INVECE SI LEGGE: "UCCIDI TUTTI COLORO CHE NON SONO MUSSULMANI E CHE NON SI CONVERTONO".
"DIFFICILMENTE SI TROVA UN TESTO PIU' VIOLENTO DEL CORANO" !
LEGGENDO IL CORANO NON APPARE NIENTE DA INTERPRETARE, TUTTO E' LAMPANTE, "INVADERE OCCUPARE ED UCCIDERE" !
NE CONSEGUE CHE TALI SOGGETTI COSTITUISCONO UN PERICOLO COSTANTE (E LO STANNO DIMOSTRANDO);
MA NON SOLO AD AVERLI ACCANTO, GIA' E' PERICOLOSO AVERLI NELLA STESSA CITTA', NELLA STESSA REGIONE E NELLO STESSO STATO !
IN PRATICA, AD ESEMPIO NEL VANGELO SI LEGGE: "AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO" !
NEL CORANO INVECE SI LEGGE: "UCCIDI TUTTI COLORO CHE NON SONO MUSSULMANI E CHE NON SI CONVERTONO".
"DIFFICILMENTE SI TROVA UN TESTO PIU' VIOLENTO DEL CORANO" !
LEGGENDO IL CORANO NON APPARE NIENTE DA INTERPRETARE, TUTTO E' LAMPANTE, "INVADERE OCCUPARE ED UCCIDERE" !
NE CONSEGUE CHE TALI SOGGETTI COSTITUISCONO UN PERICOLO COSTANTE (E LO STANNO DIMOSTRANDO);
MA NON SOLO AD AVERLI ACCANTO, GIA' E' PERICOLOSO AVERLI NELLA STESSA CITTA', NELLA STESSA REGIONE E NELLO STESSO STATO !
Forse già conoscete questa “O voi che credete! Non abbiate amici tra gli Ebrei ed i Cristiani” [al-Ma’idah 5:51.11]. Ma lo sapevate che ci sono 123 versi del Corano relativi al combattere ed uccidere per la causa di Allah? Ecco, di seguito, alcuni passaggi:
- I musulmani sono incoraggiati ad occuparsi totalmente nel combattimento per la gloria di Allah [Sura 22:73]
- Allah darà “una più grande ricompensa a coloro che combatteranno per lui” [Sura 4:96]
- Circa gli infedeli (coloro che non si sottomettono all’Islam), costoro sono “gli inveterati nemici” dei musulmani [Sura 4:101]. I musulmani devono “arrestarli, assediarli e preparare imboscate in ogni dove” [Sura 9:95]. I musulmani devono anche “ circondarli e metterli a morte ovunque li troviate, uccideteli ogni dove li troviate, cercate i nemici dell’Islam senza sosta” [Sura 4:90]. “Combatteteli finché l’Islam non regni sovrano” [Sura 2:193]. “tagliate loro le mani e la punta delle loro dita” [Sura 8:12]
- Se un musulmano non si unisce alla guerra, Allah lo ucciderà [Sura 9:93]. Al fedele deve essere detto “ il calore della guerra è violento, ma più violento è il calore del fuoco dell’inferno” [Sura 9:81]
- Un musulmano deve “combattere per la causa di Allah con la devozione a Lui dovuta” [Sura 22:78]
- I musulmani devono far guerra agli infedeli che vivono intorno a loro [Sura 9:123]
- I musulmani devono essere “brutali con gli infedeli” [Sura 48:29]
- Un musulmano deve “gioire delle cose buone” che ha guadagnato con il combattimento [Sura 8:69]
- Un musulmano può uccidere ogni persona che desidera se è per “giusta causa” [Sura 6:152]
- Allah ama coloro che “combattono per la Sua causa” [Sura 6:13]. Chiunque combatta contro Allah o rinunci all’Islam per abbracciare un’altra religione deve essere “messo a morte o crocifisso o mani e piedi siano amputati da parti opposte” [Sura 5:34]
- “Chiunque abiuri la sua religione islamica, uccidetelo”. [Sahih Al-Bukhari 9:57]
- “Assassinate gli idolatri ogni dove li troviate, prendeteli prigionieri e assediateli e attendeteli in ogni imboscata” [Sura 9:5]
- “Prendetelo (l’infedele n.d.t.) ed incatenatelo ed esponetelo al fuoco dell’inferno” [Sura 69:30]
- “Instillerò il terrore nel cuore dei non credenti, colpite sopra il loro collo e tagliate loro la punta di tutte le dita” [Sura 8:12]
- “Essi (gli infedeli ndr) devono essere uccisi o crocefissi e le loro mani ed i loro piedi tagliati dalla parte opposta [Sura 5:33]
- “Sappiate che il paradiso giace sotto l’ombra delle spade” [Sahlih al-Bukhari Vol 4 p55]
Domanda: dato che il Corano è la parola di Allah, che il Profeta Mohammed (la Pace sia su di Lui) altro non è che il diligente redattore del Libro e che dovere di ogni buon musulmano è applicare quanto scritto sul Corano (e non interpretarlo, si badi bene), è mai possibile un “Islam moderato”?
Secondo me no.
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Secondo me no.
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a battaglia della trincea e il genocidio dei Banu Qurayza - 627 A.D. di Paolo Mantellini Prima parte: Le bugie di Deborah qui Seconda parte: L’emigrazione a Yathrib (Egira) e la “Costituzione” di Medina - 622-623 A.D. qui Terza parte: La battaglia di Badr e l’espulsione dei Banu Qaynuqa - 624 A.D. qui Quarta parte: La battaglia di Uhud e l’espulsione dei Banu Nadir - 625 A.D. qui Citazioni: S = “The Life of Muhammad”; V = “Vite Antiche di Maometto” I Confederati Dopo l’espulsione dei Banu Nadir, non si verificarono eventi di particolare importanza. Maometto si preoccupò di consolidare il suo potere non solo a Medina, isolando e logorando i pochi che avevano il coraggio di contrastarlo, ma anche mediante accordi con numerose tribù Arabe sia stanziali che nomadi, che, gradualmente, si convincevano che era più conveniente convertirsi, pagando la zakat, la tassa religiosa, piuttosto che subire continue razzie. Maometto, impegnato ad allargare la famiglia con numerosi matrimoni, dettò le regole basilari che plasmarono la nuova società islamica di cui era il capo assoluto, e, mediante frequenti e opportune rivelazioni, riuscì ad eliminare completamente i vecchi legami della società Araba, sostituendoli con la nuova fanatica solidarietà tra credenti (ricordo qui l’episodio illuminante dei due fratelli, Muhayssa e Huhayssa, subito dopo l’assassinio di Ka’b bin al-Ashraf) I Quraysh osservavano da lontano, cercando di coalizzare tutti gli oppositori del nuovo padrone di Medina, in particolare tutti quelli che non avevano intenzione di sottomettersi e pagare il tributo che, anche se ordinato da Dio, era pur sempre un tributo. Si racconta che una delegazione di Ebrei dell’oasi di Khaybar, dove si erano rifugiati molti dei Banu Nadir espulsi da Medina due anni prima, si recò alla Mecca all’inizio del 627 per sollecitare i Quraysh a guidare una coalizione militare per eliminare Maometto una volta per tutte. Durante i colloqui i Quraysh domandarono agli Ebrei, grandi conoscitori dei libri sacri, quale religione fosse migliore tra la loro e quella inventata da Maometto. Evidentemente gli Ebrei risposero, mentendo, che la religione migliore era quella dei Quraysh. L’episodio ci viene svelato dal Corano (4:51-52):
I Meccani erano pronti e, di propria iniziativa o convinti dagli Ebrei di Khaybar, marciarono contro Medina con un esercito di diecimila uomini, formato da tutti gli oppositori della nascente potenza Medinese, i così detti “Confederati” o “Coalizzati”. La tribù più potente, dopo i Quraysh, era quella dei Ghatafan. C’è una Sura del Corano, la XXXIII, intitolata “al-Ahzab” (I Confederati) che accenna a questo episodio (33: 22-24). Maometto, avvertito di quanto stavano tramando i suoi nemici, non potendo contare che su tremila uomini, tra cui cominciava a serpeggiare qualche dubbio sui vantaggi di continuare ad appoggiare l’inviato di Allah contro i suoi potenti ex-concittadini (Corano 33:12), si preparò alla difesa (V 237-240). La trincea Evitando l’errore commesso due anni prima a Uhud, quando uscì dalla città per affrontare il nemico in campo aperto, fece scavare una trincea nella piana che conduceva alla città. Questo stratagemma difensivo, sconosciuto agli Arabi, consisteva di un largo e profondo fossato che impediva le cariche della cavalleria beduina, difeso da un terrapieno, realizzato col materiale di scavo, dietro cui riparare le truppe musulmane; l’idea fu consigliata da Salman al-Farsi, un Cristiano Persiano che Maometto aveva riscattato dalla schiavitù dopo la conversione all’islàm (V 240-245). Quando i confederati si presentarono per la battaglia, furono sorpresi da quella diavoleria che impediva alla loro cavalleria di precipitarsi sul nemico e si bloccarono senza sapere cosa fare. Si accamparono quindi fuori Medina cercando il modo di superare il fossato, limitandosi a qualche insignificante scaramuccia. La battaglia della trincea: Mappa (CLICCARE SULL’IMMAGINE PER INGRANDIRLA) Il tradimento dei Banu Qurayza I Banu Qurayza erano legati a Maometto da un Patto, ma le fonti non specificano se fosse una alleanza attiva o solo un patto di non aggressione. Credo che i Banu Qurayza, dopo aver visto la sorte toccata ai Banu Qaynuqa e ai Banu Nadir, avrebbero firmato qualsiasi patto con Maometto. La storia racconta che un Ebreo dei Banu Nadir, presente nell’esercito Confederato, si presentò al capo dei Banu Qurayza per ottenere il loro appoggio contro Maometto. Dopo un iniziale diniego, alla fine i Banu Qurayza si fecero convincere ad allearsi con gli invasori e rimasero in attesa degli eventi, pronti al tradimento (V 245-248). La guerra è inganno L’esercito Meccano, accampato fuori Medina, era obbligato ad un assedio in piena regola. Purtroppo era una tecnica bellica sconosciuta agli Arabi. I giorni passavano e non c’era alcun progresso. Il morale era basso. Anche le schiere musulmane erano depresse e Maometto doveva ricorrere alla fede nell’Altissimo per rincuorare i suoi. Tentò anche di negoziare una tregua, ma senza successo. Oltretutto, le spie inviate presso i Banu Qurayza, riferirono il loro voltafaccia e il rischio di un attacco alle spalle. L’apprensione e l’ansia nel campo musulmano erano palpabili. Fu allora che un neo-convertito, Nu’aym bin Mas’ud, della tribù dei Ghatafan, si presentò a Maometto dicendo: “Io mi sono appena convertito, ma la mia gente non lo sa. Ordinami quello che vuoi che io faccia” E Maometto rispose: “Tu sei uno di noi, ma uno solo. Quindi vai (pure) e semina discordia tra loro, se ne sei capace, perché la guerra è inganno!”. E così Nu’aym andò dai Banu Qurayza di cui “era stato compagno di bevute” e disse loro: “Voi siete alleati dei Quraysh e del Ghatafan contro Maometto, ma loro non sono di queste parti, i loro campi, le loro donne e i loro figli sono altrove. Se le cose si dovessero mettere male, loro vi abbandoneranno e se ne torneranno a casa, ma voi abitate qui e rimarrete soli ad affrontare Maometto, quindi chiedete ai Quraysh e ai Ghatafan degli ostaggi, per essere sicuri che, se le cose si mettono male, non vi abbandoneranno.” I Banu Qurayza ringraziarono per l’ottima idea e Nu’aym li lasciò. Andò poi dai Quraysh e disse loro: “Ho delle notizie per voi. I Qurayza si sono pentiti del patto che hanno stretto con voi e hanno offerto a Maometto la testa di alcuni dei nobili dei Quraysh e dei Ghatafan. Maometto ha accettato. Quindi se gli Ebrei vi chiederanno degli ostaggi, non dateglieli”. I Quraysh lo ringraziarono per l’informazione e Nu’aym li lasciò. Si recò quindi dai Ghatafan, la sua tribù natale, e disse loro: “Sapete che sono dei vostri e che la vostra sorte mi sta a cuore. Devo avvertirvi di un grave pericolo” E raccontò quello che aveva raccontato ai Quraysh. I Ghatafan lo ringraziarono per l’informazione e Nu’aym li lasciò. Dopo qualche giorno, visto che la cavalleria non riusciva a superare il fossato, che la situazione era bloccata e che cavalli e cammelli cominciavano a morire per mancanza di foraggio fu deciso un ultimo attacco generale. Fu inviato un rappresentante ad avvisare i Qurayza di prepararsi per l’attacco, ma i Qurayza rifiutarono con la scusa che l’attacco sarebbe avvenuto di Sabato giorno in cui la loro religione vietava ogni attività. Richiesero però la consegna di ostaggi da parte dei Quraysh e dei Ghatafan. Questo atteggiamento confermò il falso racconto di Nu’aym, per cui Quraysh e Ghatafan rifiutarono di consegnare gli ostaggi e l’attacco abortì. A causa di questo rifiuto, anche i Qurayza si convinsero che i loro nuovi “alleati” erano pronti a tradirli. La diffidenza dominava ormai i rapporti tra i Confederati. In questa drammatica situazione scoppiò improvvisamente una terribile tempesta che distrusse quasi completamente il campo degli assedianti (Corano 33:9). Nella notte il comandante in capo dell’esercito Confederato, Abu Sufyan, impartì l’ordine di abbandonare l’assedio. Il mattino successivo Maometto, salito sul terrapieno, vide che il nemico era scomparso. Così finì la battaglia della trincea, una battaglia che non fu mai combattuta (V 248-255; S 450-460). Secondo Sir William Muir l’assedio durò dal 2 al 17 Marzo 627 e il computo totale delle vittime dell’esercito Confederato, forte di dieci mila effettivi, fu di tre morti. Il genocidio dei Banu Qurayza (V255-264; S 461-469) a. l’assedio Aisha, la prediletta moglie bambina, madre dei credenti, ci racconta che, sollevato per l’improvvisa scomparsa del nemico, Maometto si stava godendo un meritato bagno, quando gli apparve l’Arcangelo Gabriele armato di tutto punto e coperto di polvere: “Ti sei tolto l’armatura! Io non mi sono ancora tolto la mia!” gli disse. Maometto capì che qualcosa non andava e gli domandò: “Dove (dobbiamo andare)?” e Gabriele disse: “Là!”, indicando la direzione dei Banu Quraiza, o almeno così ci ha tramandato la Sunna (Bukhari, 4.52.68). Maometto radunò immediatamente l’esercito che aveva appena sciolto e si diresse di gran carriera, saltando addirittura la preghiera del pomeriggio, verso le dimore dei Banu Qurayza che, non avendo fatto nulla di concreto contro i musulmani (anche se gli sarebbe piaciuto poterlo fare), non si erano minimamente preparati. Giunto alle loro fortificazioni li apostrofò così: “Ehi voi, fratelli di scimmie, Dio vi ha forse fatto cadere in disgrazia e ha fatto scendere la sua vendetta su di voi?”. L’insulto faceva riferimento alle reiterate invettive coraniche contro gli Ebrei, trasformati in “scimmie e maiali” a causa delle loro nefandezze (Corano 2:65; 5:60; 7:166). Raccontò poi ai suoi che Gabriele era andato avanti verso i Banu Qurayza “per scuotere le loro fortezze e gettare il terrore nei loro cuori” (S 461). I Qurayza non sapevano cosa fare e il loro capo, Ka’b bin Asad, quello che aveva deciso l’alleanza con i Quraysh, espose chiaramente ai suoi le tre opzioni possibili: 1) convertirsi all’islàm, ma la proposta fu rifiutata perché non volevano tradire la loro fede; 2) uccidere mogli e figli e attaccare Maometto e i suoi, rischiando il tutto per tutto, ma la proposta fu rifiutata perché non si sentivano di uccidere creature innocenti; 3) sorprendere quella notte stessa (era Sabato) Maometto e i suoi, che non se lo aspettavano, sperando di ucciderlo, ma la proposta fu rifiutata per non profanare il Sabato e rischiare di essere trasformati in scimmie (Corano 2:65; 5:60; 7:166). Chiesero allora a Maometto di parlare con Lubaba ibn ‘Abd al-Mundhir, che apparteneva ad una tribù loro alleata. Maometto acconsentì e lo inviò dai Qurayza che gli chiesero consiglio sul da farsi, visto che Maometto pretendeva una resa senza condizioni. Lubaba consigliò di arrendersi ma, mentre lo diceva, si passò la mano tesa davanti alla gola, indicando chiaramente cosa sarebbe successo. Dopo 21 giorni di assedio si arresero, affidandosi al giudizio di Maometto (V 255-259). b. il giudizio Gli Aws, alleati dei Banu Qurayza, temendo un giudizio troppo duro e ricordando che i Khazraj, alleati dei Banu Qaynuqa, li avevano difesi, ottenendo un trattamento clemente, si precipitarono da Maometto chiedendo clemenza per i propri ex alleati. Maometto rinunciò ad emettere il giudizio ma decise di scegliere come arbitro uno degli Aws. Gli Aws, soddisfatti, acconsentirono, e Maometto scelse Sa’d bin Mu’adh, un fanatico musulmano, ferito durante la battaglia del fossato, che giaceva in una tenda adibita a infermeria. Immediatamente gli Aws lo andarono a prendere, caricandolo su di un asino perché era corpulento e dicendogli: “Trattali con clemenza, perché l’Apostolo ti ha nominato arbitro a questo scopo” e siccome continuavano a ripeterlo, Sa’d disse: “E’ giunto il tempo che Sa’d, sulla via di Dio, non si curi del biasimo di nessuno” (V 259). Ibn Ishaq riferisce testualmente: “Allora alcuni dei presenti ritornarono alla residenza dei Banu ‘Abdu’l-Ashal e annunciarono loro la morte dei Banu Qurayza, prima dell’arrivo di Sa’d, a motivo di quello che gli avevano sentito dire (S 463).” Quando Sa’d arrivò, Maometto gli disse: “Questa gente è pronta a ricevere il tuo giudizio”, al che Sa’d disse: “Il mio giudizio è che i guerrieri siano uccisi, le loro proprietà distribuite e i loro bambini e le loro donne fatti schiavi”. Maometto fu estremamente compiaciuto: “Oh Sa’d, il tuo giudizio per loro è stato come quello del Signore Allah” (Bukhari 4.52.280) disse. E disse anche: “Hai espresso il giudizio di Allah (che è) sopra i sette cieli (S 464)”. Poco dopo la sentenza Sa’d si aggravò e morì; Gabriele apparve a Maometto dicendo che subito dopo la morte di Sa’d perfino le porte del cielo e il trono divino avevano tremato! (V 263) c. il massacro Il massacro dei Banu Qurayza. Particolare della miniatura “Il Profeta, Alì, e i loro Compagni al massacro dei prigionieri della tribù ebraica di Beni Qurayza”, tratto da un testo del 19 ° secolo di Muhammad Rafi Bazil. Manoscritto (17 folio 108 ter), oggi conservata nella British Library (CLICCARE SULL’IMMAGINE PER INGRANDIRLA) Il mattino dopo il giudizio, Maometto andò al mercato di Medina, fece scavare delle fosse, si fece mandare i prigionieri Qurayza a gruppi, li fece decapitare e gettare nelle fosse. Le decapitazioni durarono tutto il giorno. Gli uomini giustiziati furono sei o sette cento, ma altri dicono otto o nove cento. Ibn Ishaq racconta alcuni episodi dell’eccidio (come l’esecuzione dell’unica donna Ebrea, riferita da Aisha e l’inutile magnanimità di Maometto per un vecchio Ebreo, raccontata da Thabit bin Qays) che tralascio per brevità, dato che non aggiungono nulla alla storia. Devo invece notare che, riprendendo il discorso, dopo questi incisi, per due volte Ibn Ishaq scrive testualmente “L’Apostolo ordinò che ogni maschio adulto dei loro dovesse essere ucciso” alla fine di pagina 465 (S 465) e “L’Apostolo aveva ordinato che ogni adulto dei Banu Qurayza dovesse essere ucciso” all’inizio di pagina 466 (S 466). Ciò può significare che, forse, l’attribuzione della decisione del massacro a Sa’d bin Mu’adh fu introdotta per non dover attribuire al Profeta una azione da considerare criminale anche secondo gli scarsi standard morali dell’Arabia del VII secolo, ma, anche se l’episodio del giudizio di Sa’d bin Mu’adh fosse vero, le due frasi confermano che la decisione finale fu comunque di Maometto. Qualsiasi cosa avesse deciso Sa’d bin Mu’adh, Maometto era nella posizione di modificarne il giudizio se non lo avesse ritenuto corretto. Sembra quindi evidente che la responsabilità del crimine, se di crimine si tratta, è solo ed esclusivamente ascrivibile al Profeta dell’islàm. 1. Arabia, Medina, 627: il massacro di 600 Ebrei dei Banu Qurayza 2. Nigeria, Jos, 2010: il massacro di 500 Cristiani (CLICCARE SULL’IMMAGINE PER INGRANDIRLA) Il genocidio dei Banu Qurayza, oltre che nelle opere citate (Vite e Sira) è confermato da molti ahadith (Bukhari 5.59.362; Muslim 19.20.4364;19.20.4363; 19.20.4365) e dal Corano:
E dopo tanto sangue, un po’ di sesso: Rayhana Oltre la faticaccia di dover presiedere personalmente alla decapitazione di tutti quegli Ebrei, operazione che si protrasse fino a notte fonda al lume delle torce, Maometto dovette occuparsi anche della divisione del bottino. Fu la prima volta che si usò tirare a sorte, sempre salvaguardando il quinto riservato al Profeta, che comunque, se voleva, come vedremo, aveva il diritto di prelazione. Gli articoli più preziosi erano i cavalli e le donne. Un gruppo di donne Ebree fu venduto al mercato di Najd per l’acquisto di armi e cavalli. La divisione del bottino: la scelta delle schiave (CLICCARE SULL’IMMAGINE PER INGRANDIRLA) Maometto, durante la divisione adocchiò la più bella tra le prigioniere, il cui marito e tutti i parenti maschi (padre, zii, fratelli, cognati, cugini, nipoti) erano appena stati decapitati e se la accaparrò. Si trattava della ventenne Rayhana bint ‘Amr bin Khunama. Le chiese di convertirsi, così da poterla sposare, ma lei rifiutò. Dice Ibn Ishaq “Aveva mostrato ripugnanza verso l’islàm quando fu catturata e rimase strettamente aderente al Giudaismo (S 466)”. Maometto fu molto dispiaciuto, ma pare che successivamente si sia convertita all’islàm; quando la notizia gli fu riferita, “gli procurò piacere”, ma non la sposò. Rayhana restò in suo potere, come schiava e concubina, fino alla morte. La storia che mi ero ripromesso di raccontare finisce qui, anche se le uccisioni, i tradimenti, le torture, le razzie e gli stupri (truccati da matrimoni legittimi) di Maometto sono continuati fino alla sua morte. Nel prossimo articolo mi permetterò di aggiungere qualche considerazione conclusiva sui fatti raccontati dai biografi musulmani di Maometto che ho fin qui riassunto. Prossimo argomento: Conclusione Potete leggere gli altri articoli qui: L’eliminazione degli Ebrei di Medina (1) Le bugie di Deborah L’eliminazione degli Ebrei di Medina (2) L’emigrazione a Yathrib (Egira) e la “Costituzione” di Medina - 622-623 A.D. L’eliminazione degli Ebrei di Medina (3) La battaglia di Badr e l’espulsione dei Banu Qaynuqa - 624 L’eliminazione degli Ebrei di Medina (4) La battaglia di Uhud e l’espulsione dei Banu Nadir - 625 L’eliminazione degli Ebrei di Medina (6) Conclusione di Paolo Mantellini Questo testo può essere trasmesso o inoltrato purché venga presentato in forma integrale e con informazioni complete sul suo autore, data e luogo di pubblicazione e URL originale. |
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