venerdì 24 aprile 2015

All. nr. 278) " I PARTIGIANI E LA LORO STRAGE DI CODREVIGO" (una delle tantissime).

Quella strage partigiana che non deve essere raccontata
Di Vincenzo Scarpello, il - # - 16 commenti
0E’ in uscita nelle sale cinematografiche italiane il nuovo film del regista padovano Antonello Belluco, il Segreto d’Italia, che segna, tra l’altro, il ritorno sui grandi schermi di Romina Power.
Fin qui potreste prenderlo come la premessa del solito “marchettone cinematografico” che si fa per pubblicizzare il cinepanettone di turno, oppure la cervellotica tortura genitale prodotta da qualche oscuro regista coreano o azero, o peggio ancora l’ennesima boiata dell’intoccabile venerato maestro dell’arte modernissima, peggio ancora se ammantata di quello che chiamano “impegno civile”, uno degli eufemismi dietro cui si nascondono i cattivi giornalisti per definire un film schierato palesemente a sinistra.
Del Segreto d’Italia non sentirete mai parlare, in realtà, perché è un film che non doveva nascere, altro che quell’immondizia che circola su youtube spesso intitolata “guardatelo prima che la censura di regime lo cancelli per sempre”. Qui la censura preventiva c’è stata eccome, dal momento che nel mondo del cinema, se non fai atto di sottomissione militante ai valori immortali del buonismo di sinistra, non lavori nemmeno.
Bontà loro, dimostrazione che le formule repressive di epoca renziana, cattocomunista, sono tributarie alle peggiori dittature dei metodi più infami e subdoli, che trovano sponde insolite soprattutto in quelle istituzioni, che dovrebbero essere a servizio di tutti, indipendentemente dal loro modo di pensare.
Il film di Belluco non ha avuto sovvenzionamenti pubblici, non è stato dichiarato film di interesse storico e culturale, non ha avuto l’alto patrocinio della Presidenza della Repubblica o di qualche Comune, o di qualche Ente pubblico, o di qualche oscuro film festival. Soldi pubblici, eh, che in nome della “cultura” vanno solitamente a finire nelle tasche dei soliti cineasti da pattumiera, le cui insignificanti elucubrazioni sono premiate dal prestigioso premio “0 spettatori” nelle sale cinematografiche.
Il film di Belluco probabilmente non riceverà premi cinematografici, assegnati da critici annoiati ed autoreferenziali, non lo inviteranno a pubbliche presentazioni, né nei pomeriggi di qualche festival estivo, né nelle noiose assemblee di istituto di qualche scuola superiore.
Il film di Belluco non doveva uscire, semplicemente, ma nonostante tutto è ugualmente uscito, a prezzo di sforzi sovraumani del regista stesso e della produzione che si sono autotassati pur di portare a termine un progetto veramente coraggioso.Tutto questo fuoco di sbarramento preventivo si capisce solo quando si legge la trama de “il segreto d’Italia”, che ha fatto inorridire tecnici, costumisti e società che lavorano a servizio delle produzioni cinematografiche, facendoli scappare a gambe levate, inorriditi come se si trovassero davanti ad un malato contagioso di una pericolosa epidemia.
L’epidemia, la malattia, in questo caso, si chiama Verità storica, perché il film di Belluco ha deciso di raccontare uno degli episodi sul quale sarebbe dovuto calare il silenzio, la damnatio memoriae che i vincitori impongono agli sconfitti. Ossia l’eccidio di Codevigo, avvenuto tra il 28 aprile 1945 ed il giugno dello stesso anno, a guerra ampiamente finita.
Gli autori della strage non furono feroci SS naziste della Totenkopfverbände né fu un regolamento di conti tra fascisti, espediente dozzinale, scorretto e miserabile, col quale certa pessima pubblicistica del dopoguerra cercava di giustificare le magagne compiute.
Gli autori furono Partigiani. E non solo i partigiani comunisti della brigata “Mario Gordini” i comunisti garibaldini comandati da una delle poche menti militarmente pensanti della resistenza, non a caso ex capomanipolo della Milizia fascista, quell’Arrigo Boldrini che, col nome di Bulow, portò la guerra dalle montagne alla pianura e alle aree metropolitane.
Non solo partigiani garibaldini, ma anche elementi dei soldati del gruppo di combattimento “Cremona”, quelli del Regno del sud, che a titolo personale si unirono alla mattanza, a guerra finita, di oltre 130 (ma alcune fonti parlano addirittura di 900 morti) appartenenti alla Guardia nazionale Repubblicana ed alle Brigate nere venete, che avevano commesso l’imperdonabile sbaglio di essersi arresi ai fratelli italiani, anziché al nemico angloamericano, pensando che la guerra fosse finalmente finita.
Ma l’odio fratricida doveva ancora consumarsi in maniera belluina e brutale, in modalità che non hanno nulla da invidiare ai barbari dell’ISIS, come dimostra la descrizione terribile e cruda dell’assassino della maestra elementare Corinna Doardo, prelevata dai partigiani e sottoposta a sevizie al punto che il medico poté accertare che solo un orecchio era rimasto intatto. Corinna fu poi fucilata e il suo cadavere fu abbandonato nudo nel cimitero.Se informazioni sul film possono essere assunte qui e sul massacro di Codevigo qui, quello che ci preme sottolineare è che ancora oggi si sta tentando di riesumare il metodo infame, proprio di certa cultura di “arco costituzionale”, di mettere a tacere i dissenzienti al sistema di marginalizzarli, dopo che la critica storica e la ricerca documentale negli archivi desecretati, quella seria, aveva, negli anni passati, messo in seria discussione i fondamenti stessi del mito della resistenza su cui si fonda l’altrettanto illogico ed irrazionale mito della genesi resistenziale della Repubblica e della Costituzione.
La reazione è stata violenta e comprensibilmente scorretta, posandosi su baroni universitari di regime, presentati come grandi storici, ma che ripetono allo sfinimento il mantra dei partigiani buoni, del fatto che questi eccidi a guerra finita furono episodi marginali, non comprendendone la portata e la loro funzionalità al preciso disegno politico che stava sotto, ossia eliminare preventivamente eventuali soggetti che si sarebbero un domani potuti opporre in armi al passaggio successivo della lotta di liberazione, così come immaginata dalla componente secchiana, maggioritaria delle brigate Garibaldi, ossia la trasformazione della guerra di liberazione in guerra rivoluzionaria, volta all’instaurazione in Italia di uno Stato comunista.
Alla ripetizione dogmatica, acritica della versione ufficiale, ripetuta nelle commemorazioni civili, anche quelle che con la guerra civile 1943-1945 non c’entrano nulla, si accompagna la denigrazione degli storici non allineati, sprezzantemente definiti revisionisti, quando non definiti fascisti mascherati da storici, e quando non si può proprio nemmeno negare l’evidenza, allora si impone la consegna del silenzio.
E’ un metodo ben congegnato che però contiene una falla significativa, quella del senso critico, della libertà e della coscienza, di chi non si fa influenzare da nessuna religione civile e da nessun dogma storico, dal momento che la libertà di ricerca storica non può essere ingabbiata in nessun altro recinto che non sia la metodologia scientifica. Vi è una pletora di cattedratici e sedicenti “operatori culturali” che in Italia campa grazie ai soldi elargiti a piene mani da istituzioni ed antistorici e costosi (al contribuente italiano) istituti storici, o da associazioni combattentistiche che per giustificare la propria esistenza ad oltre 70 anni dai fatti, cui sono sopravvissuti solo 90nni, tessera perfino i quattordicenni, a condizione che acriticamente accettino la versione univoca della storia, scritta e ripetuta in mala fede, perché non si può invocare il beneficio dell’ignoranza per personalità scientifiche che dovrebbero dare lustro alla cultura italiana, ma che ne costituiscono la più vergognosa ed inutile zavorra.E se poi ad una manifestazione in commemorazione ai caduti delle foibe qualche sprovveduto si mette a fare un gesto di archeologia politica, il saluto romano, interviene la solita Corte di Cassazione (che non è nuova, in tutti gli ambiti del diritto, a sentenze discutibilissime e ingiuste) con una sentenza le cui motivazioni, sorprendenti nella loro irrazionale cecità nei confronti dei principi basilari del diritto, addirittura si parla di un concreto pericolo attuale di ricostituzione del disciolto Partito Nazionale fascista. Che questi supremi giudici vivano in un iperuranio tutto loro, cercando di acchiappare fantasmi di un passato ormai morto e sepolto non è una spiegazione sufficiente. E’ doveroso criticare una Sentenza, rispettarla certo, quando essa è ingiusta secondo criteri sostanziali di diritto, ed è ancor più doveroso quando tale sentenza si inserisce in un clima infame di rappresaglia culturale a danno a chi non si allinea ancora oggi alla dogmatica resistenziale.
Ai dogmi si deve rispondere con la libertà, libertà di andare a vedere il film di Belluco, a sostenerlo e a diffonderlo, e a far conoscere i film scomodi per questo establishment istituzionale e culturale, come “Porzus” di Renzo Martinelli o “il sangue dei vinti” di Michele Soavi, e a non farsi intimidire dalle minacce, dai boicottaggi, dagli insulti mascherati da critiche, a maggior ragione quando vengono sputati da cattivi maestri, spacciati per luminari o addirittura per persone serie.
E’ una battaglia di libertà, è una battaglia di civiltà.
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Eccidio di Codevigo

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Eccidio di Codevigo
StatoItalia Italia
LuogoCodevigo
Data28 aprile e metà giugno 1945
TipoEsecuzione sommaria, scontri a fuoco, vendetta personale
Morti136[1] militi della GNR, delle BN e civili
ResponsabiliElementi delle formazioni partigiane, CLN locale, singoli militari inquadrati nel gruppo di combattimento "Cremona" e singoli militari della 28ª Brigata Garibaldi.
MotivazioneStrage a sfondo politico-ideologico e vendette di natura personale.
L'eccidio di Codevigo, avvenuto tra il 28 aprile 1945 e la metà di giugno[2] dello stesso anno, fu l’esecuzione sommaria di 136[3] tra militi della Guardia Nazionale Repubblicana, delle Brigate Nere e civili.


Le vicende giudiziarie[modifica | modifica wikitesto]

La Magistratura di Padova trattò la vicenda in numerosi procedimenti dal 1945 al 1950 e poi dal 1961-62 sulla base d'indagini condotte fin dall'inizio dalla polizia Alleata e dai Carabinieri[4]. Furono giudicati anche quattro partigiani della 28ª Brigata Garibaldi, tutti e quattro furono assolti.
I Comandi della 28ª e del "Cremona" non furono mai soggetti a procedimenti penali poiché i fatti si svolsero al di fuori e contro gli ordini da loro emanati e a loro insaputa[5]. Alcune fonti sostengono che all'eccidio avvenuto in varie località in prossimità di Codevigo, parteciparono elementi provenienti dalle formazioni partigiane locali, elementi provenienti dalla 28ª Brigata Garibaldi "Mario Gordini", militari inquadrati nel gruppo di combattimento "Cremona" unità dell'esercito italiano alle dipendenze dell'VIII armata Britannica, sotto il cui comando era anche la 28ª Brigata Garibaldi "Mario Gordini", comandata da Arrigo Boldrini[6]. Nell'atto della Prefettura di Padova del 25 maggio 1945 oltre all'attribuzione certa di alcune esecuzioni a militari del "Cremona"[7] (Corinna Doardo, Bubola Mario o Ludovico).si comunicò che la Polizia Alleata aveva deciso di disarmare i militari del "Cremona" presenti a Codevigo[7]. Il territorio era stato occupato dalla 28ª Garibaldi, da varie formazioni partigiane venete e dai reparti del "Cremona" e l'azione di polizia e d'ordine pubblico era svolta dal CLN locale[8].
Si tratta di uno degli episodi più gravi tra quelli avvenuti nell'Italia nordorientale nei giorni a cavallo della resa incondizionata in Italia delle forze tedesche e fasciste repubblicane, effettiva a partire dal 3 maggio 1945. Nella sola zona di Treviso ci furono almeno 630 le esecuzioni ad opera dei partigiani nei confronti dei fascisti arresi ed altre 391 nella zona di Udine[9]. In quei giorni furono operati eccidi e stragi a Pedescala di Valdastico, Castel di Godego di Treviso, Saonara e Saccolongo di Padova[10].

Le vittime della strage[modifica | modifica wikitesto]

Ci furono 136 vittime totali, non tutte identificate (ne furono identificate con certezza 114), trucidate per vendetta, previo giudizio sommario, morte in scontri a fuoco tra cui vittime seviziate.
Elenco delle vittime, accertate e presunte, a Codevigo e dintorni[11]
Compilato sulla base dei vari elenchi già pubblicati e con riscontro dalla Lapide dell'Ossario.
  • ALBONI Almo
  • ALESSANDRONI Goffredo di Alessandro, anni 30 (classe 1915, residente in Ravenna, impiegato) GNR Candiana
  • ALLEGRI Alessandro fratello di Alvaro, 29 o 20? (res. Bagnocavallo, agricoltore) GNR Pescantina
  • ALLEGRI Teodoro (detto Dorino?) di Giuseppe, 51 (res. Bagnocavallo, impiegato) GNR Bussolengo
  • ALLEGRI Teodoro di Matteo
  • ALLEGRI Teodosio di Innocente, 48 (camionista) GNR Bussolengo
  • BADESSI Jader, 38 (res. Ravenna, tipografo) GNR Bussolengo
  • BAGNOLI Armando di Domenico, 41 (nato a Forlì, 1904; res. Ravenna). GNR Candiana
  • BARALDI Osvaldo, 40 (res. Concordia sul Secchia *MO) Capitano, ufficiale d'amministrazione GNR Bussolengo
  • BARUZZI Carlo, 42 (res. Cotignola, muratore) Già aderente Fascio di Combattimento.
  • BARUZZI Giambattista
  • BARUZZI Giuseppe di Luigi, 30 (nato a Cotignola, 1905; res. Faenza) GNR Candiana
  • BELLENGHI? GNR Bussolengo. Già aderente?
  • BELLONZI Ippolito di Ugo, 35 (nato a Ravenna, 1910; inabile al lavoro) GNR Candiana
  • BERTUZZI Cesare
  • BEZZI Giuseppe di Romeo, 41 (nato a Castiglione di Ravenna, 1904; res. Ravenna) GNR Candiana
  • BIANCOLI Gioacchino, 47 (res. Ravenna). GNR Bussolengo. Già aderente Fascio di Combattimento.
  • BISULLI?
  • BORESI Raffaele di Giuseppe, 50 (nato e res. a Ravenna, 1905; agricoltore). GNR Candiana
  • BROCCADELLO Edoardo detto Fiore, 32 (res. Codevigo, guardiano idraulico) Presidio in Codevigo (Brigata Nera)
  • BUBOLA Mario (o Ludovico?), 31 (res. Codevigo, agricoltore) Brigata Nera rastrellato nella zona di Codevigo
  • CACCHI Icilio, 46. Già aderente Fascio di Combattimento.
  • CACCHI Sergio di Icilio, 25 (nato e res. a Ravenna, 1913) GNR Candiana
  • CALDERONI Luigi, 50 (res. Ravenna)
  • CANUTI Ugo, 40 (res. Faenza; capomastro)
  • CAPPELLATO Antonietta sorella di Giovanni, 41 (res. Codevigo, impiegata, sospetta spia ai danni di prigionieri inglesi)
  • CAPPELLATO Giovanni, 35 (res. Codevigo, esercente) Brigata Nera rastrellato nella zona di Codevigo
  • CASADIO in SOLAROLI Maria (ravennate) Ausiliaria GNR
  • CASADIO Oberdan
  • CASADIO Raimondo
  • CASADIO Walter di Nino, 32 (nato e res. a Ravenna, 1913) GNR Candiana (N.B. il comandante del distaccamento era il cap. CASADIO Achille. Parentela?)
  • CAVASSI Pietro di Mezzano, 35 (res. Bagnocavallo; bracciante) GNR Bussolengo
  • CAVINA Domenica ch. Pierina, 31 (res. S.Stefano di Ravenna) Ausiliaria GNR (sorella di Guerrina, anch'essa ausiliaria GNR, sopravvissuta)
  • CAVINI Otello
  • CAVINI Salvatore
  • CIVENNI Ugo, 39 (res. Ravenna; agricoltore)
  • CONTI Sante, 20 o 21 (res. Terni) Sottotenente della GNR Candiana
  • CONTRI Silvio, 32 (res. Codevigo) Brigata Nera rastrellato nella zona di Codevigo
  • CORBELLI Mario (Fratello di Guido) Brigadiere GNR Candiana. Già aderente Fascio di Combattimento.
  • COSTA? Già aderente?
  • COTTIGNOLI Luigi Carlo di Enrico, 36 (nato a Parma e res. Ravenna, 1909) GNR Candiana
  • CRIVELLARO Ernesto, 32 (res. Correzzola)
  • D'ANZI (o DANZI?) Giorgio di Michele, 19 (nato e res. a Ravenna, 1926) GNR Candiana
  • D'ANZI Od(d)one di Michele, 22 (nato e res. a Ravenna, 1923) GNR Candiana
  • DEL GRECO Umberto, 43 (res. Firenze) Ufficiale d'amministrazione GNR
  • DILETTI Giuseppe (res. S.Leo-Pesaro) Tenente GNR Pescantina, addetto all'autoparco
  • DOARDO Corinna, 39 (Originaria di Tognana di Piove di Sacco) Fascista, maestra del paese (figlia del Podestà? Stesso dicasi per BUBOLA)
  • FABBRI Terzo di Agostino, 40 (1905; res. a Ravenna, bracciante) GNR Candiana
  • FARNE' Enrico, 32 (res. Bologna; operaio). GNR Bussolengo
  • FENATI Domenico di Policarpo, 44 (nato a S.Alberto e res. Ravenna, 1901) GNR Candiana
  • FERRANTI Mario, 32 (res. Bussolengo) GNR Bussolengo
  • FIUMANA Ernesta, 19 (res. a Ravenna, operaia) Ausiliaria GNR
  • FOCACCIA Leonida (res. Ravenna) *Già aderente Fascio di Combattimento.
  • FOCACCIA Vincenzo di Paolo, 42 (res. Ravenna; 1903) GNR Candiana
  • FONTANA Farinacci, 18 (res. Codevigo, studente; figlio di Silvio FONTANA, vicecomandante della Brigata Nera) Brigata Nera rastrellato nella zona di Codevigo
  • FORTI Massimo, 47 (res. Carpi) Capitano GNR Bussolengo
  • FRANCIA Gino
  • GASPARE Pio
  • GAVELLI Vincenzo, 35 (res. Faenza; lattoniere) GNR Pescantina
  • GIUNCHI Elviro di Francesco, 53 (res. a Ravenna, 1902) GNR Candiana
  • GOLFARELLI Guerrino, 27 (res. a Villa d'Albero)
  • GRAZIANI Giovanni *Già aderente Fascio di Combattimento.
  • GRECO Giuseppe, 54 di Porto Corsini (res. a Ravenna), vice-brigadiere (o impiegato civile "addetto ai profughi"?) a Pescantina
  • GRECO Rinaldo congiunto di Giuseppe, di Marina di Ravenna (res. a Ravenna), 50 (1895) GNR (Pescantina?)
  • GUIDETTI Eugenio, 57 (res. Porto Corsini)
  • LAMI Giuseppe
  • LANZONI Federico di Sebastiano, 53 (res. a Ravenna; 1892) GNR Candiana
  • LOMBARDI Samuele, 22 (res. Cireggio d'Omegna-Novara)
  • LORENZONI Giulio
  • LUNARDI Giacomo, 32 (res. Piove di Sacco) Brigata Nera rastrellato nella zona di Codevigo
  • MANEO Angelo, 27 (res. Piove di Sacco)
  • MANFRIN Primo, 30 (res. Codevigo, sarto). Presidio in Codevigo (Brigata Nera)
  • MANOLI Gerardo, 55 (res. Codevigo, agricoltore) Presidio in Codevigo (GNR)
  • MARCHETTI Giuseppe
  • MARESCOTTI Agostino, 42 (res. Alfonsine di Ravenna)
  • MARONCELLI Marino, 46 (res. a Ravenna; operaio)
  • MARTINI Antonio
  • MASETTI Loris Pasqualino, 29 (res. a Mesola-Ferrara) Tenente GNR Candiana
  • MAZZETTI Agostino, 42 (res. a Ravenna) Ufficiale GNR Candiana. Già aderente Fascio di Combattimento.
  • MERENDI?
  • MERENDI Francesco, 45 (res. a Ravenna)
  • MERENDI Giovanni, 40 (res. a Ravenna)
  • MILANDRI Sergio, 28 (res. a Ravenna)
  • MINORELLO Gino di Antonio, 23 (res. a Codevigo, organista) Presidio in Codevigo (Brigata Nera)
  • MONTANARI Piera (n. a S.Alberto di Ravenna) Ausiliaria GNR
  • ORSINI Nello, 43 (res. a Ravenna). Maresciallo GNR Pescantina. Già aderente Fascio di Combattimento.
  • PARLANTI? GNR Bussolengo. Già aderente?
  • PASI Cesare
  • PASI Francesco, 45 (res. a Ravenna). Già aderente Fascio di Combattimento.
  • PICELLO Giuseppe -
  • POLATO Torcisio (o Tarcisio), 31 (res. Piove di Sacco; agricoltore)
  • POZZI Amleto fu Giulio, 35 (res. a Ravenna, impiegato; 1910). GNR Candiana
  • PRETOLANI Antonio, 38 (res. a Ravenna)
  • RANZATO Giuseppe (res. Pontelongo PD)
  • RICEPUTI?
  • RIGHI Crescentino, 36 (res. res. Urbania-PS) GNR (Candiana?)
  • ROSSI Augusto di Giuseppe, 45 (res. Ravenna, facchino) GNR Candiana. Già aderente Fascio di Combattimento.
  • RICCI Antonio, 35 (res. a Ravenna, tipografo) già aderente?
  • SAVIOTTI Amedeo, 31 (res. a Ravenna, muratore)
  • SCARABELLO Anacleto
  • SCARABELLO Ernesto
  • SPAZZOLI Ferdinando, 43 (res. a Ravenna)
  • TAMPELLINI Alfredo, 52 (res. a Ravenna, bracciante) GNR Bussolengo, già aderente Fascio di Combattimento.
  • TARTAUL Danilo
  • TEDALDI Primo
  • TEDIOLI Saturno, 42 (res. a Brisighella *RA) Già aderente Fascio di Combattimento.
  • TONI Attilio, 42 (res. a Ravenna, fratello di Emilio, bracciante) GNR Bussolengo
  • TONI Emilio, 53 (res. a Ravenna, bracciante) GNR Bussolengo
  • TURA?
  • TURCI?
  • VALENTI Aldo, 23 (res. a Ravenna, operaio)
  • VALENTI Sesto (res. a Ravenna)
  • VALZANIA?
  • VESTRI Valeriano, 31(res. a Ravenna, bracciante)
  • VILLA Alfredo, 30 (res. a Ravenna)
  • VILLA Nazario, 20 (res. a Ravenna)
  • VILLA Vincenzo, 22 (res. a Ravenna)
  • VIRGILI Carlo Emilio di Cosimo e fratello di Giulio, 36 (res. a Ravenna, insegnante; 1905) Capitano GNR Pescantina (ex-funzionario della Prov. di Ravenna) già aderente Fascio di Combattimento
  • ZAMPIGHI Luigi di Attilio, 46 (nato a Filetto, res. a Ravenna, 1899) GNR Candiana
  • ZARA Claudio, 27 (res. a Ravenna, 1918) GNR Candiana
Gianfranco Stella nel suo libro sulla strage 1945. Ravennati contro e Antonio Serena nel suo I giorni di Caino narrano di episodi raccapriccianti quali quelli relativi all'uccisione di Ludovico “Mario” Bubola[12] e di Corinna Doardo entrambi attribuiti a militi del "Cremona" dai Reali Carabinieri dell'epoca[13].

La ricerca dei corpi e la costruzione dell'Ossario[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni sessanta alcuni parenti delle vittime disperse iniziarono la ricerca dei corpi, in genere abbandonati e sepolti in fosse comuni, nei cimiteri o nei campi.
Furono trovati 114 corpi, ma non fu possibile l'identificazione per tutti: 77 salme furono recuperate nel cimitero di Codevigo, 17 nel cimitero di S.Margherita, 12 nel cimitero di Brenta d'Abbà. Molti scomparsi non furono ritrovati.
Il 27 maggio 1962 fu inaugurato un Ossario costruito nel cimitero di Codevigo, a cura della Associazione nazionale famiglie caduti e dispersi della R.S.I., in cui sono sepolti i resti di 114 corpi, tra cui 16 ignoti.

All.nr. 277) CASO "GIARDIELLO", DISPOSTA PERIZIA PSICHIATRICA ! GIUSTO MA L'IMPORTANTE E' CHE OGNI ATTO SIA SERIO ED ADOPERATO "SERIAMENTE".

Piace a Milica Cupic, Pino Zarrilli e Giuseppe Tizzani.La richiesta di una perizia psichiatrica appare giusta e consequenziale a quanto occorso.
L'importante è che venga accertato lo stato di salute mentale del sooggetto e, nel caso risultasse un "Pazzo furioso", l'argomento sarebbe chiuso e nulla questio.
Ma se il soggetto fosse sano di mente e quindi capace di intendere e di volere, occorrerebbe una "Seria e Minuziosa" perizia "Psicologica" mirata al fine di individuare le "Eeventuali" turbative che hanno indotto il Giardiello alla reazione che conosciamo.
Per essere più chiari, nessuno stà cercando "Giustificazioni" in quanto ovviamente inesistenti ma, se passando al setaccio tutta la vita "Giudiziaria" del soggetto dovessero emergere una serie di violenze patite dal medesimo, ecco che queste costituirebbero il movente (ovviamente illegale) che comunque ha fatto si che si verificasse il drammatico evento.
Naturalmente sarebbe il caso che lo psicologo potesse verificare (o chiedere di verificare) che, tutto quanto dichiarato dal Giardiello sia sempre conforme al vero altrimenti tali deposizioni non resterebbero che parole di parte e prive di fondamento. (in pratica tempo perso).

Considerato che il "Silenzio" non giova mai a nessuna causa (legale), tutti i minuziosi accertamenti di cui sopra, sarebbero necessari affinchè il ripetersi di determinati comportamenti (che sono soliti nei tribunali), non abbiano luogo poichè, di fronte a mille persone che tacitamente subiscono può essercene una che reagisce, nel modo più sbagliato ma reagisce e quindi è inutile parlarne dopo.
eE' sempre meglio prevenire che reprimere.

Naturalmente evitando anche il benchè minimo pparagone con quanto sopra esposto, il sotttoscritto, nei suoi "Quindici Anni" di lotta "Giudiziaria ha dovuto sopportare moltissime violenze sia morali che psicologiche e per rendere l'idea di ciò che può accadere nei noti "Palazzi" ricordo che, di seguito alla mia "Terza" denuncia a carico di un "C.T.U." il quale era privo di qualsivoglia titolo per assolvere ad incarichi eritali, il quale, nel caso specifico ed in concorso con un soggetto all'epoca P.M. "Occultò" il Verbale dei rilievi di un sx "Mortale" riportandone l'esatto contrario nella sua c.t.u., il notissimo "Renzo Dell'Anno" (all'epoca Proc. Capo di Pistoia), nello stilare la sua "Vergognosa" richiesta di archiviazione (i soliti insabbbiamenti), scrisse che: "Le mie altro non erano che Deduzioni prive di fondamento e conseguenti al trauma subito".-

Il sottoscrittto, nel rivolgersi al Gip con l'opposizione a quella assurda e vigliacca richiesta di archiviazione, fece presente che, disconosceva gli eventuali "Traumi" dei quali il "Dell'Anno" era stato vittima ma, una cosa era certa e cioè la sua totale "Falsità" in quanto, tutte e sette le motivazioni sulle quali si basa la mia opposizione sono provate in modo "Documentale" nonchè suffragate anche da due testimonianze dirette e scritte.

Signori, di seguito a tali ""Falsità" QUALE CAZZO DI REAZIONE POTREBBE AVERE UN CITTTADINO VITTIMA DI QUESTO INFAME SISTEMA" ?

Naturalmente subii ancora e comunque non mancai di riportare il tutto nell'ultima memoria indirizzata al noto "Dell'Anno".

In ultimo, tornando alla necessità di una "Seria Perizia Psicologica", il sottoscritto, di seguito a quanto di "Falso" aveva asserito il "Dell'Anno", sia al G.I.P. di Pistoia (dr. Buzzegoli cioè colui che mi disse di "NON" essere interessato all'accertamento della verità), nonchè al P.M. di Genova, chiese immediatamente di disporre che il sottoscritto fosse sottoposto ad una Perizia psicologica poichè, certo di essere nel pieno possesso delle mie facoltà mentali ed essendo(tuttora) in totale lucidità, tutto ciò sarebbe chiaramente emerso e formalizzato ed ovviamente sarebbero emerse tutte le turbative che lo scrivente aveva dovuto "Sopportare" ma, "Ovviamente", nessuna delle A.G. ritenne opportuno, costruttivo, valido e producente, avere un documento medico che "Escludesse tassativamente" quanto di "Falso" asserito dal noto "Dell'Anno.

Ecco, mille persone possono reagire così (quindi non reagire), ma ce ne può essere "Una" che invece reagisce diversamente e poi un'altra e poi un'altra ancora.
E' per questo motivo che nei "Tribunali" la parola "Silenzio" "DEVE" essere sempre sostituita con il termine "Verità".
Tutto quì.

giovedì 23 aprile 2015

All.nr.276) "COLPO DI STATO" (Per il palcoscenico internazionale non ci facciamo mancare niente).

Tutto quanto era evidente e palese, in Europa se ne parla in questi termini che non lasciano adito ad interpretazioni di sorta !
Soltanto in Italia la stampa sembra "In altre faccende affaccendata".
Il bellissimo (e chiaro) articolo che appare cliccando sulla scritta celeste sotto la foto di "Napolitano", termina con le seguenti parole ed è riportato su uno dei maggiori quotidiani europei nonchè firmato da un autorevole giornalista:
"Fuori dall'Italia, dove la democrazia è ancora una cosa seria e non un giocattolo in mano a vecchi comunisti e maggiordomi dei poteri forti".
Qualcuno avrebbe detto; "Ai posteri l'ardua sentenza" ed invece è il caso che, al più presto  tutto il popolo prenda atto di queste realtà "Massonico-Politico-Mafiose" per evitare di diventare ancora di più "Schiavi" di questo sistema le cui fila vengono sempre tirate dalla "Ghigliottina" della "Magistratura" che, chiaramente è collusa con una parte politica con la quale sono condivisii, da sempre, "Fior di Interessi" e di qualsiasi genere.
In modo del tutto incidentale, tengo a ricordare che il cittadino svizzero "De Benedetti Carlo" è stato rinviato a giudizio per essere responsabile, unitamente ai suoi dipen-complici, di "Disastro ambientale Doloso" e della conseguente "orte" di circa "400" cittadini residenti nel savonese ove ha sede la ditta "Tirreno Power" ma, stando ai fatti (in Italia), l0unica persona che rischia qualcosa è il G.I.P di Savona Dr.ssa Fiorenza Giorgi la quale non ha avuto remore nel dichiarare che, tali soggeti erano "Coscerti di Avvelenare" la cittadinanza e per questo avevano reiteratamente "Falsificato" le analisi dei fumi emessi da quello stabilimento che sono risultati "Venefici e Letali" a nr.  sette periti nominati da quel Giudice.
Ma come si vede, in Italia la "Magistratura" è "Stupidamente Impegnata" ad "Inventare" dei "Falsi addebiti" a carico di chi, il "Sistema" ha deciso di eliminare.
E' a dir poco scandaloso che molti P.M. della procura di Milano, abbbiano speso ogni attimo degli ultimi "25" anni per cercare un "Pretesto" valiido per eliminare un soggetto politico e giungendo comunque a "Risultati Zero" nonostante l'immensa spesa per lo stato, derivante da centinaia di udienze e migliaia di perquisizioni (tutte negative) della Guardia di Finanza delegata da quella A.G.-

Chiunque pensi alla  "Unica" condanna inflitta a Berlusconi, deve preventivamente ricordare che tutto può esser mosso al soggetto, tranne che quegli addebiti poichè il noto cav. è "Privo del potere di firma" di quei bilanci e, per questo motivo era stato assoolto nel precedente mese di marzo  dallla terza sezione della cassazione "Per non aver commesso il fatto".
Fatto che non può assolutamente commettere poichè privo di firma.
Ma non solo, ovviamente quei bilanci devono essere firmati da un responsabile che è il sig.  Fedele Confalonieri ed ovviamente la procura milanese non lasciò intentata nemmeno quella prova ma, nell'ottobre del 2012, lo stesso Confalonieri fu assolto per "Non aver commesso il fato".

Ok, per il piacere di tanti italiani, la cara Merkel ed il caro Sarkozy, "Ordinarono" ai loro subalterni italiani, di individuare immediatamente un "Togato" che, in un modo o nell'altro, "Eliminasse" Berlusconi dalla scena politica.
Ed ecco che apparve il noto "Esposito", presidente dela sezione feriale delle cassazione il quale si inventtò delle motivazioni veramente originali scrivendo che l'imputato "Non poteva non sapere" !
Si caro Esposiito ma che cosa ?
Infatti l'unica cosa che sapeva Berlusconi era che la Cassazione lo aveva già assolto per quei fatti (a lui non addebitabili) ed inoltre sapeva anche che Confalonieri era stato parimenti assolto nell'ottobre 2012 sempre dalla suprema corte.

Bene Signori, oltre ad essere chiaramente "Sfottuti" per l'imperitura "Invasione" africo-mussulmana, oltre ad essere sfottuti per gli impareggiabili scandali come "MPS; BNL-Unicredit, Unipol e Coop (D'Alema, Fassino e Consorte); Oltre a  palesare uuna assurda "Inezia" contro chiari e gravissimi Delitti come quelli del citato De Benedetti (tessera nr.1 del PD), non manchiamo di aggiungere queste "Perle" che devono essere inquadrate  come "Intrallazzi Mafio-Internazionali".

Preso atto di quanto sopra, l'Italia ha un grande "Merito": "Merita di essere presa sonoramente a pesci in faccia e costantemente presa per il culo da tutti.


ma guarda che novità...





L'analista politico del Daily Telegraph ricostruisce il complotto. E Luttwak rivela: "Merkel e Sarkozy d'accordo con Napolitano"
m.ilgiornale.it





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  • Orlando Orlandi in realta' tecnicamente non sarebbe possibile definirlo tale B.destituito ha infatti appoggiato il goveno "golpista" ora quale premire destituito da un golpe farebbe appoggiare il governo golpista dal suo partito ?

  • Pasquale Vairo ...vogliamo parlarne, orlando? si sa che il rincoglionito è stato fanciullescamente buggerato...
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  • Orlando Orlandi mah non si tratta di essere buggerati,si tratta che ha sostenuto monti e' incontrovertibile se non l'avesse sostenuto monti non sarebbe potuto andare al governo

  • Pasquale Vairo certo. ma mi riferivo alle circostanze sottostanti il suo "placet"...

  • Orlando Orlandi purtroppo contano i fatti,e B ha sostenuto in governo che lo ha defenestrato se cosi' non fosse stato allora si sarebbe trattato di golpe

  • Pasquale Vairo no, orlando. la verità è che il rinco ha dato il placet al golpe perchè gli avevano garantito un "lasciapassare giudiziario"... che invece non c'è stato. e l'ha preso a quel servizio. ma il golpe c'è stato eccome.
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  • Orlando Orlandi allora si ma tu conosci qualche caso di governo abbattuto da un golpe che abbia dato il placet per abbattere se stesso ? io no,se poi lui era ricattabile e' questione altra

  • Pasquale Vairo infatti è questione altra.
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  • Max Mazzu Pasquale e Orlando. Il Belusgonzo ha dato il placet perchè non è più in grado di intendere o volere. Da quando ha come consiglieri la Pascale e Luxuria è in confusione totale, Capisce meno di prima !!!

  • Franco Noferi Hanno scoperto l'acqua calda, si è sempre saputo. Quindi come uno che è stato derubato restituiamo il maltolto.

  • Pasquale Vairo Max, hai dimenticato la rossi....

  • Max Mazzu Ah si si... ancora non riesco a masticarla la Rossi !!!! hahahahahha
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  • Pasquale Vairo ti dirò.... io ci riuscirei.
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  • Mauro Masoni La Merkel fu palesemente contro Berlusconi da quando quest'ultimo ventilò la volontà di far uscire l'Italia dalla truffa chiamata "Euro".
    Poi, da buona ex agente dei servizi segreti della Germania est, ha saputo come muoversi e si giunse alla condanna
    del noto "Giudice" Esposito il quale, ovviamente, non tenne conto che, per gli stessi addebiti, Berlusconi era già stato assolto nel marzo 2013 per "Non commesso il fatto".
    Ed ovviamente "Quel Fatto" non avrebbe mai potuto commetterlo poichè pprivo del potere di firma di quei nilanci.
    Ma non finisce quì, infatti si rappresenta che il detentore del otere di firma, Fedele Confalonieri, era già stato giudicato ed assolto nell'ottobre del 2012 perchè: "Il fatto non sussiste".
    Come già scritto molte volte, mi sembra che non manchi altro.

  • Patrizia Borgogni E adesso chi paga i danni?

  • Mauro Masoni Mah, Patrizia io li farei pagare a diversi P.M. della Procura di Milano i quali, per "Venticinque" anni circa, si sono appropriati di un lauto stipendio per combattere il crimine ed invece hanno palesemente sprecato ogni attimo delle loro giornate a cercare di "Inventare" qualcosa da poter addebitare al Cav.-
    Si ricorda infatti che le udienze sono state centinaia e, la Guardia di Finanza praticamente aveva una sede distaccata in Mediaset se si considerano le circa Duemila perquisizioni effettuate (tutte negative) ed ovviamente delegate dagli stessi P.M.
    Risultati ottenuti "Zero" poichè la condanna di cui al precedente link è un palese falso ideologico e per quanto riguarda il famoso caso "Ruby", oltre all'assoluzione della suprema corte, già la corte d'Appello milanese aveva evidenziato che, in pratica in quelle sedi vengono tratttati "Fatti reato" e quindi le novelle era il caso di raccontarle da qualche altra parte.
    Ma tanto non cambierà niente, in Italia i "Magistrati" continueranno ad essere liberi di fare (e disfare) tutto ciò che vogliono senza correre il rischio di rendere conto a qualcuno e senza "Pagare" mai di persona per gli errori commessi.
    A tal proposito ti ricordo anche che, da una recentissima ricerca sono stati conteggiati ed evidenziati gli "Errori Giudiziari" "Rimborsati" dal 1990 in poi ed a parte che la definizione "Errori Giudiziari" non sia quella corretta (trattasi sempre di delitti dolosi) ed a parte anche gli svariati milioni di euro pagati con le tasse dei "Cittadini", la frequenza di questi errori è di "Uno ogni due giorni e mezzo".
    E bada bene che dal contegggio mancano tutti quelli "Insabbiati" (arte nella quale i magistrati sono maestri).

  • Patrizia Borgogni Voglio morire....


Mauro Masoni Patrizia hai letto tutto l'articolo del "Colpo di stato" ?


Patrizia Borgogni Si'. Ed anche i commenti.. Dovrebbero essere messi in stato di accusa per alto tradimento e non è la prima volta che lo affermo.

  • Mauro Masoni Si Patrizia, i fatti sono questi, a Berlusconi non poteva essere concesso di uscire dalla truffa "Euro" ed in Europa si sono ben adoperati.
    Poi, che in Italia abbiano trovato terreno facile per eliminarlo dalla scena (come si vede, in qualsiasi modo) è cosa evidente e se la nostra cara "Magistratura" è giunta a tanto con una potenza come Berlusconi, non è difficile immaginare ciò che fa costantemente ogni giorno ai comuni cittadini trattandoli proprio come "Carne da macello" a dispetto delle migliaia di denunce da loro presentate e puntualmente "Insabbiate" dall'unica "Casta" (o Cosca) che in Italia decide tutto, anche chi deve governare a dispetto del voto del popolo.
    Non c'è per niente da stare allegri !

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