Caso Azzollini, la vedova di Custra: “No a posizioni di vertice per chi sparò in piazza”
Si chiama Maurizio Azzollini e la storia si è occupata di lui la prima volta 35 anni fa. Era il 14 maggio del 1977 e a Milano collettivi, autonomi, gruppi anarchici scendevano in strada armati per vendicare l’uccisione tre giorni prima, a Roma, della militante radicale Giorgiana Masi. Tra loro anche quelli dell’istituto tecnico Cattaneo come Azzollini che, a 18 anni appena compiuti, spara senza colpire nessuno, subisce poi processo e condanna e scompare dalle cronache. Fino alla “scoperta” del suo ruolo a Palazzo Marino. “Un conto è consentire a chi ha sbagliato di emanciparsi dagli errori”, spiega a ilfattoquotidiano.it la vedova dell’agente, Annamaria Custra, “un altro è approfittare dell’oblio per elevarlo a posizioni di responsabilità quando per la storia ne ha ben altre”.
Pubblicità
In realtà Azzollini lavora da vent’anni in Comune come impiegato, con le giunte di centrodestra al settore Istruzione, con gli assessori Bruno Simini prima e Mariolina Moioli poi. E nessuno ha mai battuto ciglio. Tanto che la Moioli difende il dipendente: “L’ho sempre valutato solo per il suo lavooro ed è una persona che non si è mai risparmiata, è stato un valido collaboratore”.
Vero è che la nuova giunta ha promosso quel dipendente a un ruolo di ben più alta responsabilità, cioé capo di gabinetto del vicesindaco. Da qui, l’affondo dell’ex vicensindaco Riccardo De Corato: “L’ex terrorista Maurizio Azzollini, l’uomo con la pistola ritratto in via De Amicis che spara contro la polizia, non può rimanere ai vertici della dirigenza di Palazzo Marino come capo di gabinetto del vicesindaco, un incarico fiduciario che è ben diverso rispetto a un semplice impiego in Comune”.
La lista di quelli che ora puntano il dito contro la giunta arancione è lunga. Lo fa ad esempio chi quel giorno era vicino a Custra. Il sostituto commissario di polizia e consigliere comunale Pdl a Milano Carmine Abagnale ha scritto una lettera aperta alla vicesindaco. “Quel giorno ero in servizio in via De Amicis mentre il suo capo di Gabinetto mi sparava addosso”, esordisce. “Il rispetto alla sua istituzionale figura e quello nei confronti delle persone che l’hanno votata mi obbliga a non abbandonare l’aula consiliare quando lei sarà presente. Ma qualora vedrò aggirarsi per la sala del consiglio il suo capo di gabinetto non esiterò ad abbandonare l’aula chiedendo a tutti i consiglieri di fare altrettanto. Si ricordi bene, signora vicesindaco, quando mi incontra nella sala del consiglio: quel 14 maggio 1977 io ero lì in via De Amicis e quelli, tanti purtroppo, ci sparavano addosso”.
Intanto a sinistra si fa quadrato intorno al sindaco Giuliano Pisapia e si invita la destra a guardare quanto avviene in casa propria, ad esempio a Roma dove Gianni Alemanno ha aperto le porte dell’Atac all’ex Nar Francesco Bianco. “C’è una differenza fondamentale – fanno notare persone vicine al sindaco di Milano – perché Azzolini ha pagato i suoi debiti con la giustizia, è stato assunto in Comune a prescindere da chi governasse, e non è stato catapultato da fuori o dall’alto”. Lo stesso sindaco, a 36 ore dalla notizia, mette un punto fermo: “Azzollini ha espiato la pena, era minorenne all’epoca dei fatti contestati e pertanto può ricoprire incarichi di responsabilità”.
CAPO-STAFF DEL VICESINDACO PD DI MILANO E' L'UOMO CON LA PISTOLA NELLA FOTO! Vergogna! Ecco la lettera aperta al vicesindaco di Milano, Maria Grazia Guida, scritta da uno che l'Azzolini l'ha visto in azione, come Carabiniere che ha visto morire un collega sotto i colpi di quella pistola, un ragazzo di 25anni che lasciò una piccola orfana! "Gentile Vice Sindaco, le motivazioni della presente lettera sono insite nel fatto che quel 14 maggio del 1977 io, Carmine ABAGNALE, allora Vice Brigadiere della Polizia di Stato in servizio presso il Reparto Celere di Milano e collega di Antonio Custra, ero lì ’ in Via De Amicis a difendere le istituzioni democratiche mentre il suo Capo di Gabinetto, Maurizio AZZOLINI, mi sparava addosso. Non ero molto distante dal collega Antonio CUSTRA anche lui Vice Brigadiere, un corso prima del mio. Ragazzo d’oro. È vero ciò che afferma Gianni Santucci sul Corriere di oggi: “Azzolini quel giorno sparò, come molti altri ma non colpì nessuno”. Ma è altrettanto vero che se oggi sono vivo lo devo alla buona sorte ed al caso perché il suo Capo di Gabinetto sparava contro la Polizia. Ora, signora Vice Sindaco, il rispetto alla sua istituzionale figura e quello nei confronti delle persone che l’hanno votata mi obbliga a NON ABBANDONARE l’aula Consigliare quando lei sarà presente. Devo però dirle che qualora vedrò aggirarsi per la sala del Consiglio il suo Capo di Gabinetto non esiterò, Le ripeto, non esiterò ad abbandonare l’aula chiedendo a tutti i Consiglieri di unirsi al mio gesto in memoria di un eroe dal nome Giuseppe CUSTRA. E si ricordi bene signora Vice Sindaco quando mi incontra nella sala del Consiglio: “Quel 14 maggio 1977 io ero lì in Via De Amicis e quelli, tanti purtroppo, ci sparavano addosso”. Distinti saluti. Carmine ABAGNALE Consigliere Comunale
Nessun commento:
Posta un commento