Non c'è assolutamente bisogno di ulteriori prove affinchè la "Magistratura" italiana (fatte salve le RARISSIME eccezioni) sia classificata chiaramente come una "Accozzaglia" di "Associazioni a Delinquere finalizzate in primis alla "Corruzione", alla "Concussione", al costante "Falso Ideologico", al costante "Occultamento di atti veri", alla "Violazione del segreto d'Ufficio" ed alla "Rivelazione del segreto istruttorio".
Oltre ai "CINQUE" "magistrati" arrestati negli ultimi due anni (circa), quotidianamente accade un fatto che, in modo "Incontrovertibile", conferma (e viste le fonti non ve ne era assolutamente bisogno) in toto le dichiarazioni chiare e dettagliate fino ai minimi particolari, rese sia dal Giudice Morcavallo del Tribunale dei Minori di Bologna nonchè dal Dr. Rossi Nello Proc. Agg. di Roma.
Poi vi sono i casi come quello del "Giudice" Esposito ove è manifesto il pregiudizio della corte ed anche il caso riguardante la Dr.ssa Di Geronimo, P.M. la quale "Era" in forza alla Procura di Bari ma, con un tempismo da record è stata allontanata da quella sede (attualmente è a Roma) perchè quel P.M. giunse ad "Osare" di promuovere una attività di indagine nei confronti di tale "Nichi Vendola" il quale evidentemente è "Intoccabile".
Come si può ben comprendere, anche se irrituale, quando si passano i limiti una persona in qualche modo reagisce e la Dr.ssa Di Geronimo lo ha fatto sia rilasciando una lettera aperta alla stampa che pubblicando tutto quanto avvenuto (assurdo), sulla sua pagina di fb.-
Continuerò a ripeterlo: "In Italia non esiste il "Problema Giustizia", esiste solo il "Problema" in quanto la "Giustizia" è latitante e, nel caso qualcuno di buona volontà dovesse iniziare l'iter di "Riforma" già sbaglierebbe in perchè tale amministrazione "Deve" essere completamente ristrutturata in tutta la sua architettura.
In ultimo deve essere chiaro che, considerata questa "Assurda" realtà, è il caso di cessare di pronunciare (chiunque sia) frasi fatte come quella che: "Le Sentenze vanno rispettate".
Non ve ne era bisogno ma, dopo le citate ( e chiare) dichiarazioni dei due Signori Magistrati di cui sopra ci si chiede per quale ridicolo motivo si "Devono" rispettare delle pronunce che, a quanto risulta, nel 99% rappresentano dei palesi "Falsi" o comunque sono chiaramente omissive in parti la cui acquisizione non avrebbe permesso tale pronuncia che, come risulta è sempre finalizzata all'incasso di un prezzo o al vantaggio di un chiaro profitto.
No, ai cittadini non può essere chiesto di "Rispettare" chi "Delinque" in modo "Abitudinale" e "Professionale" e tiene tali condotte in quanto anche "Per Tendenza" è portato a delinquere.
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Monte Paschi: indagato il pm Natalini, spiegava al telefono come difendere il PD
Pubblicato da ImolaOggiCRONACA, NEWSago 7, 2013
7 ago – Le gravi confidenze con l’amico avvocato Samuele De Santis (arrestato per uno scandalo nella Tuscia) su come procedessero le indagini sulla Banca senese. L’avviso di garanzia sarebbe stato consegnatogli dal procuratore di Viterbo Massimiliano Siddi davanti all’allibito omologo di Siena, Tito Salerno. Il tutto è stato tenuto, ovviamente, sotto silenzio
Quando Marcello Veneziani, su “il Giornale” di lunedì scriveva “chi tocca la sinistra muore” (parlando in quel caso della condanna a Silvio Berlusconi) certamente lo affermava con cognizione di causa, ma senza sapere che aveva davvero ragione da vendere.
C’è uno scandalo giudiziario che sta scuotendo una tranquilla cittadina del centro Italia. Quello riguardante la più antica banca del Paese, il Monte dei Paschi di Siena. La vicenda si ingigantisce un po’ di più ogni giorno. E la cosa è di per sé inevitabile. Ma, siccome riguarda il più “rosso” degli istituti di credito, si racconta forse solo un terzo di quanto si dovrebbe.
Esiste, anzi esisterebbe, infatti uno scandalo nello scandalo che alberga nella Procura della Repubblica di Siena, coinvolgendo uno dei pm titolari delle indagini su Mps e che si chiama Aldo Natalini. Bene, pare che il magistrato sia stato raggiunto da un avviso di garanzia, per violazione del segreto istruttorio, perché avrebbe serenamente chiacchierato al telefono dell’inchiesta che coinvolge i vertici dell’Istituto di credito senese, oltre che quelli del Pd. Ma andiamo con ordine.
“Genio e sregolatezza” Più di un anno fa, nell’inverno del 2012, un’inchiesta giudiziaria della Procura di Viterbo fa emergere un sistema di appalti truccati nel capoluogo laziale. L’indagine viene chiamata “genio e sregolatezza”. Lo scorso maggio viene arrestato addirittura un avvocato, Samuele De Santis. L’accusa per lui è pesantissima: estorsione e falso. Cosa c’entra però un legale viterbese con lo scandalo color “rosso terra di Siena”? Ve lo spieghiamo subito. Perché mentre la procura laziale indaga sugli appalti truccati in città, pensa bene di intercettare uno dei principali indiziati, cioè lo stesso De Santis. Il quale ha frequentato la facoltà Giurisprudenza niente meno che con Natalini. Proprio quel pm che segue l’inchiesta Mps. I due non solo sono coetanei e colleghi di studi, ma anche intimi amici. Così capita che, nel corso di una telefonata fra i due, Natalini racconti per filo e per segno alcuni retroscena dello scandalo che sta travolgendo il Monte dei Paschi. Ma c’è di più e c’è di peggio.
Chiacchiere fra vecchi amici Forte del fatto che crede di star semplicemente facendo una chiacchierata fra amici, il pm senese parla apertamente delle strategie legali che si potrebbero intraprendere nel caso venissero coinvolti nell’inchiesta anche i vertici del Partito Democratico. Spiegando, da un punto di vista strettamente giuridico, quali sarebbero le eventuali eccezioni cui fare ricorso laddove le indagini andassero a colpire l’alta dirigenza del Pd. Quindi Natalini non solo spiega come si possa difendere Giuseppe Mussari e Fabrizio Viola, ma anche tutti i membri dei “democrat” che direttamente o indirettamente influenzano le sorti della Banca “rossa”. Il pm si sarebbe anche fatto sfuggire anche qualche considerazione in merito alla legittimità del “modus operandi” del pool senese nel corso delle indagini su Mps.
Il precedente Nei giorni scorsi era già stato reso noto di come il Gip titolare dell’inchiesta sul Monte Paschi, Ugo Bellini, avesse sempre negato l’autorizzazione ad intercettare i principali indagati. Ivi compreso il sindaco di Siena Franco Ceccuzzi. Il primo cittadino che ha ricostruito per filo e per segno le riunioni dei “big” del centrosinistra nei quali si discuteva dell’amministrazione del Monte dei Paschi. E c’erano proprio tutti: da Piero Fassino a Francesco Rutelli, passando per Massimo D’Alema e Walter Veltroni. In un passaggio si parla perfino di Pierluigi Bersani.
L’avviso di garanzia Ma torniamo per un attimo alla telefonata che ha incastrato il pm sense. Stando a quanto sostengono fonti bene informate, il magistrato che ha indagato sull’avvocato De Santis, il procuratore di Viterbo Massimiliano Siddi (lo stesso che ha interrogato Franco Fiorito in un’indagine connessa a quella principale che aveva coinvolto il “batman” della Regione Lazio) ha ritenuto di dover approfondire la vicenda. E ha preso così a cuore le dichiarazioni di Natalini, da iscriverlo nel registro delle notizie di reato con l’ipotesi di violazione di segreto istruttorio. Poi, il capo dei pm viterbesi avrebbe anche personalmente consegnato l’avviso di garanzia a Natalini proprio davanti al procuratore capo di Siena Tito Salerno. Il tutto, ovviamente, senza che la stampa ne sapesse niente. Natalini avrebbe scelto come difensore l’avvocato e docente di diritto penale David Brunelli, del foro di Perugia. Il quale, però, non è raggiungibile. Almeno al telefono del suo studio.
Ora, se queste indiscrezioni venissero confermate, lo scandalo sarebbe talmente grave ed eclatante da minare le fondamenta dell’inchiesta Mps. Insomma, la bomba “rossa” potrebbe esplodere da un momento all’altro.
Federico Colosimo - ilgiornaleditaliaC’è uno scandalo giudiziario che sta scuotendo una tranquilla cittadina del centro Italia. Quello riguardante la più antica banca del Paese, il Monte dei Paschi di Siena. La vicenda si ingigantisce un po’ di più ogni giorno. E la cosa è di per sé inevitabile. Ma, siccome riguarda il più “rosso” degli istituti di credito, si racconta forse solo un terzo di quanto si dovrebbe.
Esiste, anzi esisterebbe, infatti uno scandalo nello scandalo che alberga nella Procura della Repubblica di Siena, coinvolgendo uno dei pm titolari delle indagini su Mps e che si chiama Aldo Natalini. Bene, pare che il magistrato sia stato raggiunto da un avviso di garanzia, per violazione del segreto istruttorio, perché avrebbe serenamente chiacchierato al telefono dell’inchiesta che coinvolge i vertici dell’Istituto di credito senese, oltre che quelli del Pd. Ma andiamo con ordine.
“Genio e sregolatezza” Più di un anno fa, nell’inverno del 2012, un’inchiesta giudiziaria della Procura di Viterbo fa emergere un sistema di appalti truccati nel capoluogo laziale. L’indagine viene chiamata “genio e sregolatezza”. Lo scorso maggio viene arrestato addirittura un avvocato, Samuele De Santis. L’accusa per lui è pesantissima: estorsione e falso. Cosa c’entra però un legale viterbese con lo scandalo color “rosso terra di Siena”? Ve lo spieghiamo subito. Perché mentre la procura laziale indaga sugli appalti truccati in città, pensa bene di intercettare uno dei principali indiziati, cioè lo stesso De Santis. Il quale ha frequentato la facoltà Giurisprudenza niente meno che con Natalini. Proprio quel pm che segue l’inchiesta Mps. I due non solo sono coetanei e colleghi di studi, ma anche intimi amici. Così capita che, nel corso di una telefonata fra i due, Natalini racconti per filo e per segno alcuni retroscena dello scandalo che sta travolgendo il Monte dei Paschi. Ma c’è di più e c’è di peggio.
Chiacchiere fra vecchi amici Forte del fatto che crede di star semplicemente facendo una chiacchierata fra amici, il pm senese parla apertamente delle strategie legali che si potrebbero intraprendere nel caso venissero coinvolti nell’inchiesta anche i vertici del Partito Democratico. Spiegando, da un punto di vista strettamente giuridico, quali sarebbero le eventuali eccezioni cui fare ricorso laddove le indagini andassero a colpire l’alta dirigenza del Pd. Quindi Natalini non solo spiega come si possa difendere Giuseppe Mussari e Fabrizio Viola, ma anche tutti i membri dei “democrat” che direttamente o indirettamente influenzano le sorti della Banca “rossa”. Il pm si sarebbe anche fatto sfuggire anche qualche considerazione in merito alla legittimità del “modus operandi” del pool senese nel corso delle indagini su Mps.
Il precedente Nei giorni scorsi era già stato reso noto di come il Gip titolare dell’inchiesta sul Monte Paschi, Ugo Bellini, avesse sempre negato l’autorizzazione ad intercettare i principali indagati. Ivi compreso il sindaco di Siena Franco Ceccuzzi. Il primo cittadino che ha ricostruito per filo e per segno le riunioni dei “big” del centrosinistra nei quali si discuteva dell’amministrazione del Monte dei Paschi. E c’erano proprio tutti: da Piero Fassino a Francesco Rutelli, passando per Massimo D’Alema e Walter Veltroni. In un passaggio si parla perfino di Pierluigi Bersani.
L’avviso di garanzia Ma torniamo per un attimo alla telefonata che ha incastrato il pm sense. Stando a quanto sostengono fonti bene informate, il magistrato che ha indagato sull’avvocato De Santis, il procuratore di Viterbo Massimiliano Siddi (lo stesso che ha interrogato Franco Fiorito in un’indagine connessa a quella principale che aveva coinvolto il “batman” della Regione Lazio) ha ritenuto di dover approfondire la vicenda. E ha preso così a cuore le dichiarazioni di Natalini, da iscriverlo nel registro delle notizie di reato con l’ipotesi di violazione di segreto istruttorio. Poi, il capo dei pm viterbesi avrebbe anche personalmente consegnato l’avviso di garanzia a Natalini proprio davanti al procuratore capo di Siena Tito Salerno. Il tutto, ovviamente, senza che la stampa ne sapesse niente. Natalini avrebbe scelto come difensore l’avvocato e docente di diritto penale David Brunelli, del foro di Perugia. Il quale, però, non è raggiungibile. Almeno al telefono del suo studio.
Ora, se queste indiscrezioni venissero confermate, lo scandalo sarebbe talmente grave ed eclatante da minare le fondamenta dell’inchiesta Mps. Insomma, la bomba “rossa” potrebbe esplodere da un momento all’altro.
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