lunedì 10 agosto 2015

All.nr.284) "ISLAM PER ESSERE CHIARI" E POI LE RELIGIONI, CON PREGI E DIFETTI.

Considerato che qualcuno in questi giorni ha pubblicato considerazioni personali circa le varie religioni, appare d'obbligo fare alcune distinzioni, al fine di diffondere notizie che siano sempre "Conformi al vero".

Dunque, il dichiarare che le religioni hanno mietuto più morti che non le sigarette beh, può anche essere vero (ma non credo).

Ma, di quali "Religioni" stiamo parlando ?
E quali sono le motivazioni che hanno indotto i poteri delle varie epoche passate, ad avere determinate "Reazioni" ?

Ok, facendo una immediata scrematura, possiamo già affermare che ne il Buddismo e nemmeno l'Induismo siano mai stati, in nessun modo "Violenti" nei confronti di nessuno anzi, loro professano costantemente e con varie tecniche, la ricerca della "Pace interiore" e quindi il discorso per loro è chiuso.

In seguito ovviamente parliamo della religione Cattolica Cristiana e, condanniamo subito gli atteggiamenti come la caccia alle streghe propria dell'anno mille o giù di li ed anche altri atteggiamenti similari risalenti comunque all'epoca del "Papa Re".

Veniamo dunque alle guerre conosciute come "Crociate".
Preciso subito di non essere uno storico e nemmeno un teologo  e ne tantomeno è mia intenzione fare l'avv. d'ufficio del Vaticano.

Mi fermerò quindi alla prima "Crociata", quando gli "Islamici" decisero di mettere in atto quello che è sempre stato il loro "Innato, patologico, delinquenziale e devastante" pensiero ossia: "Invadere, Uccidere e Dominare".
Anche ad oltre mille anni di distanza, è il caso di puntualizzare subito, che ciò che stà avvenendo adesso con questa assurda ed ingiustificata "Invasione", anche se con metodi diversi, ha le stesse finalità di ciò che accadde nella prima crociata.

Meno male e ripeto, meno male, che all'epoca vi era un certo Carlo Martello il quale, sicuramente non brillava in trattati diplomatici ma, con il suo operato, i "Mori" furono "Gentilmente invitati" a tornarsene a casina loro.
Furono comunque diversi i seguenti tentativi di invadere l'occidente ma, come ben sappiamo, alla fine gli islamici dovettero arrendersi e restare nei loro confini.

Adesso no, adesso la migrazione "Invasione" è ripresa in modo costante ed imperituro e, come ben sappiamo, tutti gli stati europei sanno ben proteggere sia i loro confini che ovviamente i loro popoli i cui problemi, giustamente vengono sempre prima di qualsiasi altra cosa.

Da questo "Modus-Operandi" europeo, l'Italia si distingue nettamente e ne consegue che la spiegazione la si può trovare esclusivamente nel vile e vigliacco interesse che questa classe politica e governativa ha individuato nel rendersi complice di coloro che, di fatto, stanno invadendo il nostro territorio avendo priorità assoluta sugli italiani anziani anche se bisognosi.
Infatti lo stato italiano (o comunque questa allegoria di stato), stà sperperando miliardi delle nostre tasse NON per il bene dell'Italia e per chi ci abita ma bensì per chi la stà "Invadendo" !
Come ben sappiamo gli invasori sono ben accolti, subito alloggiati in alberghi ed hotel anche a quattro stelle, curati accuditi ed anche pagati mille euro cadauno mensili.

Considerato il piccolo inciso di cui sopra, intendo concludere tornando a parlare delle "Religioni" due delle quali sono già state fatte salve da qualsiasi critica.
Per quanto riguarda la religione Cattolica è il caso di distinguere sempre e comunque tra "Chiesa" ed "Uomini di chiesa".
Per il sottoscritto la Chiesa è solo ed esclusivamente quanto ricompreso nella Bibbia e nei Vangeli nonchè qualche "Uomo di chiesa" che si è distinto per la sua Spiritualità, per la sua onestà e per la sua serietà.
Due nomi così d'impatto possono essere Karol Woitila, Papa Giovanni Paolo Secondo e Francesco Forgione conosciuto in tutto il mondo come Padre Pio.

Restando in tema, quest'ultimo, proprio per la sua rigidità nell'osservanza di tutti i principi delle sacre scritture, fu attaccato in modo durissimo in primis dal Vaticano ma, per chiunque conosca un minimo Padre Pio, non sarà difficile capire che furono in molti (tutti), i prelati della Santa Sede che ci picchiarono il naso.

Naturalmente, come in ogni altra amministrazione esistente, anche tra gli "Uomini di chiesa" ve ne sono e ve ne sono stati di "Indegni" ma,lasciando stare gli eventi più gravi, secondo me non ha la minima ragione di essere, nemmeno l'ultimo discorso di Papa Francesco quando ha voluto "Condannare" chiunque si opponga agli sbarchi dei "Bisognosi".
Francesco caro, ma porca puttana (con tutto il rispetto), ma agli innumerevoli e dimenticati "Bisognosi Italiani" chi cazzo deve pensare, il Governo il Papa o Frà Cazzo da Velletri ?

Caro Francesco, hai perso un'altra occasione per stare zitto in quanto la gente è giunta ad un livello tale di esasperazione che nessuna reazione può oramai essere esclusa.
E per quanto ti riguarda, ti do un consiglio spassionato, se non vuoi che le Chiese continuino a svuotarsi lascia perdere i discorsi che hanno un chiaro fine politico.
Nessuno ti chiede di assumere il comando della Marina Militare ma, nemmeno può essere concesso a "Sua Santità" di condannare senza remora alcuna, chiunque si opponga a quella che è una "Violenza" inaudita ed assurda come l'occupazione del suolo di "Casa Nostra".
Gradiremmo che anche sua Santità avesse a cuore, nella stessa misura (lei nella stessa misura), il bene degli anziani, degli andicappati, dei poveri, degli sfrattati, dei licenziati e degli ammalati "ITALIANI" !
Si, ho scritto italiani, Santo Padre si, quella Etnia che è presente sia dentro che appena fuori dal Vaticano.
Santo Padre lei con le sue "Dichiarazioni", a dir poco "Fuori luogo", stà istigando la gente a reazioni ancora più disperate, quando si può, si deve essere buoni con tutti ok, ma dove cazzaccio è scritto che è "Sia permesso che lecito" essere "Cattivi ed Infami" solo con gli italiani ?

Ok, tornando alle religioni, per chiudere riprendo dalle dichiarazioni che qualche utente ha voluto esprimere in questa rete ossia che le religioni hanno ucciso più che le sigarette mentre qualcun altro ha trovato e pubblicato un libro ove è scritto che la Bibbia altro non è che la raccolta di sessanta favole scritte da quaranta autori diversi ed in tre continenti diversi.
Ok, per quanto riguarda i morti mi sembra di aver abbastanza ben articolato la risposta mentre per il resto, per carità, è il caso di dire "Vivaddio" ma, questa espressione può essere usata proprio perchè siamo in occidente ove, proprio la chiesa cattolica prevede il "Libero arbitrio" e quindi ognuno è libero di pensare, leggere e gradire tutto quanto a lui posto a conoscenza.

La stessa cosa non la si potrebbe ne dire ne fare, alle latitudini "Islamiche" ove, per molto ma "Molto" meno, si finisce uccisi con la gola tagliata.
Inoltre qua da noi vi è la libertà di culto, ossia puoi credere o meno, in "Islam" non è così, vi è l'obbligo di "Credere" e chi non crede è un "Infedele" e deve essere "Ucciso".

Quindi continuate pure a leggere le vostre storie ed i vostri libri ma, poichè mi sembra che la libertà di pensiero sia bivalente, posso dire che per me, tali libri sono pieni di una miriade di sciocchezze prive di fondamento alcuno.
Lasciando da parte la fede, la spiritualità e restando ancorati solo alla "Storicità" di tali eventi beh, se non si crede alla "Settimana scorsa" non si deve credere nemmeno all'altro ieri e quindi resta valido esclusivamente ciò che appare innanzi ai nostri occhi.
Mi sembra leggermente eccessivo avere questa linea di pensiero ma quà da noi, con questa religione, addirittura ridicolizzata, si può fare tutto, da altre parti "Ti Tagliano la testa".

In ultimo ma proprio in ultimo, tengo anche a precisare che, coerentemente sia con il buon senso che con il ben dell'intelletto, quella "Islamica" non può essere considerata una "Religione" in primis perchè vi è l'obbligo tassativo ed in seguito perchè i fatti "Oggettivi" dimostrano che trattasi di uno dei più tremendi "Regimi Dittatoriali" mai esistiti ove la società è soltanto una mite parvenza per alcuni aspetti e l'inferno per altri, ove è lecito che l'uomo "Batta" la moglie per stupide disobbedienze così come è lecito che giunga anche ad ucciderla senza che sia mai perseguito da quelle leggi.
Da quelle parti la Donna deve deambulare col volto coperto perchè, secondo quella """Cultura""", trattasi di una peccatrice la quale deve vergognarsi di esistere e deve solo essere "Usata" dall'uomo che può disporne in ogni modo.

Con un pò di pazienza si potranno avere ulteriori delucidazioni nel documento che segue anche tenendo conto che vi sono ricompresi luoghi e vittime dell'Islam che giungono ad un totale di Duecentosettanta milioni (fino a circa 10 ani or sono).
Buona lettura.

Grande, gradissimo Mauro! Ti ringrazio per questa notevole nota di cultura! E la dedico, da parte mia e dopo 41 anni di scuola vissuta sulla mia pelle, ai giovani, succubi di insegnamenti falsi o taciuti, affinchè possano farla propria e non farsi incantare e plagiare da insegnanti sinistroidi che, ormai, hanno disseminato idee e valori inesistenti e. tuttora, stanno continuando a piegare alle loro idee il futuro della nostra Italia!. La verità è dura, ma è pur sempre la verità! Vogliamo abolire la Storia da programmi ministeriali? Più comodo per chi ci governa da troppo tempo, ma verità confutabile da chi abbia il senso della ragione della razionalità. di una propria identità morale e politica. SVEGLIATEVI... SVEGLIAMOCI TUTTI QUANTI! Mauro, non potevi postare parole migliori. Grazie!
  • Danilo Bonelli Davvero pregevole, dettagliato ed approfondito questo post
    dell'amico Mauro....ovviamente richiede un pò di tempo per una sua compiuta lettura

    ma ne vale davvero la pena. Del resto il tema è quanto mai attuale (anche in queste

    ore gli sbarchi si susse
    guono incessanti a ritmo crescente) e sentito, visto che il tema

    dell'immigrazione si incastra con le note problematiche di convivenza ed integrazione.

    Il dato che non possiamo ignorare è che oltre il 90% degli immigrati sono di religione

    musulmana....tutto il resto sono discorsi. A mio modesto parere passano addirittura in

     secondo piano anche gli aspetti relativi alla sostenibilità sociale del fenomeno, del

    reperimento di spazi fisici ed ambientali, di assistenza sanitaria e di tutto il resto. Il

    problema assolutamente principale - e che invece tutti fingono di ignorare, dal Papa al

    governo passando per l'UE - risiede nell'assoluta incompatibilità della religione

     islamica con ogni altro credo religioso. La visione dell'Islam è quella di assoggettare

     alla fede di Maometto tutti i popoli infedeli, anzi per dirla con le loro parole "i cani

     infedeli". Tutto qui, se vogliamo la questione è finanche troppo lineare e semplice da

     capire nella sua elementare immediatezza. Chi finge di ignorare questo aspetto è

     palesemente in malafede e quando ci assicurano che "non c'è alcuna guerra di

     religione" forse hanno ragione, dato che è in corso un'autentica guerra di civiltà ossia

     un concetto di portata ancora più ampia. Grazie caro Mauro, gran bel lavoro il tuo.

  • Giuliana Alemagna l'ho letto e mi ripropongo di rileggerlo piu' e piu' volte come

    merita, e la prima cosa che mi viene in mente, a caldo, e', ovviamente mia

     opinione , la cantonata presa da Bush durante la guerra del golfo. Corse in

     soccorso del Kuwait a discapito di Sa
    ddam Hussein che comandava un paese

     islamico solo nei libri di geografia alla voce religione, invece di annientare l'intera

     Arabia Saudita. Avrebbe avuto il petrolio e li avrebbe ridotti alla miseria, si

    sarebbero evitate cosi le milionate di dollari a prestigiose universita' atte a

    controllare la diffusione della storia dell'islam a loro uso e consumo. Un po' come

     arrivavano in Italia i finanziamenti della Russia al Pci per la diffusione del verbo,

     o lo zucchero comprato come oro da Cuba

  • Raffaella Gambogi Grande, grandissimo Mauro! Grazie.. e, se non dispiace,

     condivido!

L’ISLAM, UNA MICIDIALE MACCHINA DI OPPRESSIONE

Di Leonardo , il 14 Comment
islamdi GUGLIELMO PIOMBINI*
Per il mondo occidentale e per il mondo islamico gli anni Settanta del XX secolo hanno rappresentato una profonda cesura storica con il proprio passato, ma di segno opposto. A partire dal Sessantotto l’Occidente è stato investito da una grave crisi culturale, che ha messo in discussione tutte le istituzioni (il capitalismo, il liberalismo, il cristianesimo, la famiglia tradizionale) che in passato avevano reso possibile la sua straordinaria espansione economica, scientifica e demografica. Dopo quasi mille anni di continua ascesa a livello globale, la civiltà d’origine europea, che al suo apogeo vittoriano costituiva oltre un terzo della popolazione mondiale e dominava su quasi tutto l’orbe terracqueo, cominciò una precipitosa ritirata spaziale (dovuta alla decolonizzazione) e demografica (per effetto del crollo delle nascite). La dominante ideologia progressista rappresentò, attraverso il rinnegamento del proprio passato storico e culturale, la razionalizzazione verbale del processo di ripiegamento dell’Occidente. Come scrisse l’analista americano James Burnham, “il progressismo liberal motiva e giustifica questa contrazione, e ci riconcilia con essa. È l’ideologia del suicidio occidentale”.
Per colmo della sorte, nello stesso periodo il mondo islamico si risvegliò dal suo plurisecolare torpore, entrando in una fase di forte radicalizzazione politico-religiosa, di rinnovata volontà conquistatrice e di boom demografico. Gli attentati violenti di matrice islamica divennero sempre più frequenti, con un’escalation a partire dall’11 settembre 2001. Dall’attacco alle Torri Gemelle al 4 luglio 2009 ne sono stati contati in tutto il mondo 13.521, con decine di migliaia di morti e di feriti. Sul piano demografico nel 1970 la popolazione dei paesi industrializzati era il doppio di quella del mondo islamico, ma nel 2000 risultavano pari: in soli trent’anni, mentre la popolazione del mondo industrializzato scendeva a livello globale dal 30 al 20%, le nazioni musulmane passavano dal 15 al 20%, e non è difficile immaginare come sarà la situazione nel 2020.
I rapporti con l’Occidente hanno cominciato così a rovesciarsi, e una numerosa, giovane e assertiva popolazione musulmana ha cominciato a insediarsi, con le buone o con le cattive, in un’Europa sempre più stanca e invecchiata. La presenza dei musulmani in Europa è passata in un paio di decenni da 500mila a più di venti milioni di persone, i quali hanno fondato in molti paesi (Francia, Belgio, Olanda, Gran Bretagna) delle “no-go areas” in cui si applica la sharia e i non musulmani non possono entrare. Gli imam proclamano apertamente le loro intenzioni di conquista dell’Europa e di riduzione dei nativi a ‘dhimmi’, cittadini di seconda classe costretti ad una precaria posizione subalterna.
Il rapido processo di colonizzazione islamica del vecchio continente, tuttavia, è stato favorito in larga misura da un’elite politica e intellettuale miope e ideologizzata, che sta cercando di fare dell’Europa un laboratorio di ingegneria sociale per l’applicazione delle proprie utopie multiculturaliste. La pericolosità dell’islam, infatti, non nasce tanto dalla sua forza intrinseca, quanto dalla debolezza spirituale dell’Europa “post-sessantottina”, che si manifesta, nella denatalità, nel relativismo, nell’odio di sé e nel rifiuto delle proprie radici spirituali. L’islam è solo un’infezione “opportunista” proveniente dall’esterno, ma il vero problema è il virus interno che sta corrodendo le autodifese culturali della società europea.
A conclusione dei lavori di un’importante conferenza internazionale che si è svolta a Roma il 13 marzo 2008 sul tema “Crisi di identità: la civiltà europea può sopravvivere?”, il professor Roberto de Mattei ha parlato di “Sindrome di Stoccolma” per spiegare l’atteggiamento psicologico che molti europei hanno nei confronti dell’islam, «avversario da cui si è intimoriti, talvolta terrorizzati, ma allo stesso tempo attratti, talvolta affascinati. Altrimenti non si spiegherebbe, la nascita e la diffusione di miti come quelli elaborati da Louis Massignon (1883-1962), Edward Said (1935-2003) e in Italia Franco Cardini, che vorrebbero rimuovere dalla memoria un millennio di conflitti tra l’Europa e l’Islam, in nome di esperienze assunte a modelli ideali quali l’Oriente felix, la società arabo-andalusa prima della Riconquista, o quella siciliana all’epoca di Federico II».
Lo studio obiettivo della dottrina e della storia dell’islam, cioè della teoria e dei suoi effetti concreti, conducono però a conclusioni ben diverse.
La natura dualistica dell’islam
coranoIn Occidente il dibattito sulla natura dell’islam verte prevalentemente su queste domande: l’islam è una religione pacifica o violenta? Tollerante o intollerante? Il vero islam è quello integralista o quello moderato? Esiste veramente un islam moderato? Questi interrogativi ricordano il vecchio dibattito scientifico sulla natura della luce, quando gli scienziati si dividevano tra la teoria corpuscolare e la teoria ondulatoria. Lo sviluppo della meccanica quantistica ha risolto in maniera dualistica e probabilistica la questione: la luce è sia una particella sia un’onda, a seconda delle circostanze e delle qualità che manifesta. L’islamismo ha una simile natura dualistica.
Il primo dualismo dell’islam ha origine dal Corano, che è composto in realtà da due parti tra loro molto diverse: la prima è stata composta alla Mecca quando Maometto era ancora politicamente debole, e presenta un contenuto generalmente pacifico; la seconda, che si riferisce al successivo periodo di Medina, quando Maometto aveva acquisito una maggior forza militare, ha un contenuto molto più violento. Poiché i capitoli del Corano (le sure) non sono sistemati in ordine cronologico ma per ordine di lunghezza, il risultato è un illeggibile guazzabuglio senza capo né coda, pieno di contraddizioni.
Superficialmente l’islam risolve il problema delle incoerenze presenti nel Corano con la teoria dell’abrogazione, secondo cui i versetti comunicati successivamente abrogano quelli precedenti con cui contrastano. Questo però non significa che i primi versetti non siano più validi, perché tutto il Corano rappresenta la perfetta parola di Allah, e tutti i versi sono veri e sacri. Quindi due versetti che dicono cose opposte sono entrambi giusti. L’islam rifiuta il principio di non contraddizione che sta alla base della logica occidentale, secondo cui se due affermazioni sono contrastanti, almeno una delle due è falsa. La logica islamica è dualistica: due affermazioni possono contraddirsi tra loro ed essere entrambe vere.
Quindi, se vogliamo sapere se per la dottrina islamica la jihad ha il significato di guerra santa violenta, o invece di sforzo interiore (come sostiene l’opinione “politicamente corretta”) dobbiamo intraprendere la lettura delle fonti principali dell’islam, e cioè il Corano, la sira (la vita di Maometto) e la tradizione (gli hadith, cioè i detti di Maometto). In questi ultimi la parola jihad si riferisce nel 97% dei casi al primo significato, e nel 3% dei casi al secondo.
Ci si può anche chiedere se l’islam sia una dottrina religiosa o politica. L’analisi delle tre principali fonti dottrinali ci dà questa risposta statistica: circa il 67% del Corano scritto alla Mecca, il 51% del Corano scritto a Medina, il 75% della sira e il 20% degli hadith riguardano questioni politiche come la guerra santa o il trattamento dei non musulmani. Maometto predicò la sua religione per 13 anni, e convinse solo 150 seguaci. Poi passò alla politica e alla guerra, e in una decina d’anni, impegnandosi in atti di razzia e in battaglie mediamente ogni sette giorni nell’arco di nove anni, divenne il signore assoluto dell’Arabia.
Maometto quindi non ebbe successo come leader religioso, ma come leader politico e militare. Fin dalle sue origini, quindi, la dimensione politica dell’islam ha prevalso nettamente su quella religiosa e spirituale. Anche l’inferno islamico è un immenso carcere per i prigionieri politici. Nel Corano, infatti, ci sono 146 riferimenti all’inferno, e solo nel 6% dei casi la dannazione riguarda una violazione morale come il furto o l’assassinio. Nel rimanente 94% dei casi la punizione eterna viene comminata a coloro che sono in disaccordo con Maometto, cioè per “reati d’opinione”.
Il secondo aspetto dualistico dell’islam riguarda il concetto di umanità. L’idea giusnaturalista, tipicamente occidentale, secondo cui gli uomini nascono con gli stessi diritti alla vita, alla libertà e alla proprietà non esiste nel mondo musulmano, perché l’islam divide l’umanità in due parti: credenti e non credenti (kafir). I secondi, odiati da Allah, non sono esseri umani al pari dei primi. Nel Corano ci sono ben 14 versetti che affermano che un buon musulmano non può mai essere amico di un kafir. L’islam rifiuta quindi qualsiasi sistema etico universale. Negli hadith si legge ad esempio che un musulmano non dovrebbe mentire, imbrogliare, derubare o uccidere un altro musulmano, ma gli è permesso commettere queste azioni nei confronti di un infedele per la causa dell’islam. L’islam quindi non conosce la Regola Aurea presente nella tradizione giudaico-cristiana e in altri sistemi morali e religiosi, secondo cui non dobbiamo fare agli altri ciò che non vogliamo sia fatto a noi. La sua morale dualistica giustifica l’uso della violenza jihadista, perché i non credenti non hanno la stessa dignità umana dei credenti dell’islam.
È chiaro che l’islam, con la sua logica e la sua etica dualistica, è un sistema totalmente alieno alla nostra civiltà, e la difficoltà che hanno gli occidentali di comprenderlo deriva proprio da questa sua irriducibile estraneità. Il problema è che non può esistere un compromesso tra un sistema morale universalistico e uno dualistico. È impossibile entrare in una relazione di fiducia con qualcuno che, secondo il suo sistema di valori, è autorizzato a mentirti e a schiacciarti. Per questa ragione la politica, l’etica e la logica islamica non possono entrare a far parte della nostra civiltà. L’islam non può essere assimilato, perché per sua natura tende solo a dominare. Le sue pretese possono cessare solo con la completa sottomissione della controparte.
La Jihad, questa sconosciuta
mali-islamistUna gigantesca operazione di rimozione storica, che ha censurato dai testi di storia gli avvenimenti connessi a secoli di jihad (la guerra santa islamica) e di dhimmitudine (l’umiliante e insostenibile condizione dei non musulmani nelle terre governate dall’islam), spiega in buona misura l’attuale ignavia degli europei. Negli ultimi venti anni è molto cresciuta la letteratura sul mondo islamico, ma non è cresciuta altrettanto la percezione della minaccia che il fondamentalismo islamico costituisce per la civiltà in cui viviamo poiché numerosi sono stati gli studiosi che, dominati dalla preoccupazione di non essere accusati di coltivare pregiudizi eurocentrici, si sono prodigati per fornire una immagine rassicurante della religione fondata da Maometto. Nelle opere sull’islam di Franco Cardini, Alfonso Di Nola, Paolo Branca, Massimo Campanini, o di autori anglosassoni come John Esposito, Stephen Schwartz e Karen Armstrong, non si trovano che fugaci cenni alla guerra santa. Anche gli studi specialistici di Bernard Lewis, per tanti versi pregevoli, sono piuttosto carenti sui temi della jihad e della dhimmitudine.
In genere i manuali scolastici e le monografie sull’islam passano sotto silenzio le modalità con cui si svilupparono le conquiste islamiche, limitandosi a riportare frasi asettiche di questo tenore: “L’islam si espanse nell’ottavo e nel nono secolo…”, oppure questo o quel paese “passò sotto il dominio musulmano”. Gli autori usano ogni cautela per evitare di dire come l’islam si espanse, e come quei paesi passarono sotto il dominio islamico. Sembrerebbe che questi avvenimenti siano capitati da soli, quasi miracolosamente, o in maniera pacifica. La realtà è ben diversa.
Bill Warner, direttore Center for the Study of Political Islam, ha calcolato che la conquista e l’assoggettamento delle popolazioni cristiane in Medio Oriente, Anatolia e Nord Africa, che un tempo componevano circa la metà della Cristianità, ha comportato il massacro di almeno 60 milioni di persone; la conquista islamica della Persia ha portato alla cancellazione quasi totale dello zoroastrismo; nella sua avanzata verso est la jihad islamica ha provocato la morte di circa 10 milioni di buddisti, distruggendo ogni traccia di buddismo lungo la via della seta e in Afghanistan; l’invasione dell’India ha determinato l’annichilimento di metà della civiltà indù, e l’uccisione di 80 milioni di persone; le vittime della jihad nell’Africa subsahariana ammontano invece a più di 120 milioni tra cristiani e animisti.
Sommando tutte queste cifre si giunge alla conclusione che dal settimo secolo a oggi approssimativamente 270 milioni di “infedeli” sono morti per la gloria politica dell’islam: un numero di vittime che probabilmente supera quelle del comunismo, e che fa dell’islam la più grande macchina di oppressione e di sterminio della storia.
La jihad rappresenta quindi, per durata e per conseguenze, una delle istituzioni più rilevanti della storia umana, che ha sconvolto la vita di centinaia di milioni di persone per quasi 1400 anni. Eppure, a livello storico, è quasi completamente ignorata. Esistono migliaia di libri sulle crociate, ma almeno fino a qualche tempo fa non esisteva praticamente nessuno studio storico approfondito sulla jihad. Nell’Enciclopedia Britannica, ad esempio, viene dato alle crociate uno spazio ottanta volte superiore a quello della jihad: eppure le crociate furono solo una tardiva e limitata reazione a quattro secoli di ininterrotta guerra santa dei musulmani contro gli europei. Le crociate durarono meno di 200 anni (dal 1096 al 1270), sono cessate da 700 anni e geograficamente si limitarono alla Terra Santa, mentre la jihad islamica ha avuto un carattere universale e permanente.
Gli unici due testi che di recente hanno tentato di colmare questa lacuna sono “Jihad in the West” di Paul Fregosi, uscito nel 1998, e “The Legacy of Jihad” curato da Andrew G. Bostom, un ricchissima raccolta commentata di documenti storici pubblicata nel 2005. Uno dei pochi libri pubblicati in Italia che racconta questa storia cruenta è il libro di Camille Eid, “A morte in nome di Allah. I martiri cristiani dalle origini dell’islam a oggi” (Piemme, 2004). Per quanto riguarda lo status delle minoranze religiose nei paesi islamici, i ‘dhimmi’, quasi tutto quello che sappiamo si deve ai fondamentali studi pionieristici di Bat Ye’or.
La corruzione delle università occidentali
turkey_islamismL’atteggiamento degli europei nei confronti dell’islam ricorda quello che fu, nel XX secolo, l’atteggiamento dell’Occidente nei confronti del comunismo. Questo paragone è calzante anche sul piano della conoscenza storica, perché l’Occidente ha acquisito consapevolezza della realtà del sistema terroristico e concentrazionario sovietico solo alla fine degli anni Settanta, grazie all’uscita di due libri duramente boicottati dai comunisti occidentali: “Il grande terrore” di Robert Conquest e “Arcipelago Gulag” di Aleksandr Solženicyn.
Oggi, nei confronti della storia e della dottrina islamica, il pubblico occidentale versa nello stesso tipo di ignoranza. Per esempio, quanti cristiani sanno come la Turchia o l’Egitto sono diventate islamiche? Quanti sanno cosa è successo alle Sette Chiese dell’Asia Minore menzionate nelle lettere di San Paolo?
Questa situazione si deve in larga misura al tragico fallimento delle facoltà di islamistica delle università europee e americane, i cui insegnamenti sono spesso corrotti da distorsioni ideologiche o dal denaro proveniente dai paesi islamici. Negli ultimi decenni, infatti, alcuni Stati musulmani hanno cominciato a finanziare nelle più prestigiose università occidentali, a scopo propagandistico, delle cattedre di islamistica che hanno il compito di presentare la religione maomettana nella luce migliore. Questo sistema pare difficilmente conciliabile con i principi di obiettività scientifica e di ricerca della verità che, fin dai loro albori medioevali, dovrebbero caratterizzare le università occidentali.
La cattedra di islamistica presso l’università olandese di Leida dell’intellettuale islamista Tariq Ramadan, ad esempio, era finanziata dal Sultanato dell’Oman; nel 2005 le università americane di Harvard e di Georgetown (dove insegna l’apologeta dell’islam John Esposito, diventato improvvisamente una delle massime “autorità” mondiali in materia) hanno accettato 20 milioni di dollari dal principe saudita Alwaleed bin Talal per programmi di studi islamistici; in precedenza le università dell’Arkansas, della California-Berkeley e di Harvard avevano accettato da fonti saudite rispettivamente 20, 5 e 2 milioni di dollari. In queste università l’esame critico delle fonti coraniche viene fortemente scoraggiato, e alcuni studiosi, come Daniel Easterman, hanno perso il posto per non aver insegnato l’islam nella maniera desiderata dai sauditi. Il risultato è che i laureati in studi islamici che escono dalle facoltà occidentali sanno tutto sulle presunte glorie della civiltà islamica (l’arte, l’architettura, la poesia o il sufismo), ma ignorano totalmente le immani sofferenze prodotte dall’islamizzazione delle culture “infedeli” preesistenti.
È difficile capire per quale motivo si permette ai sauditi, noti sostenitori del fondamentalismo islamico in tutto il mondo, di stabilire ciò che deve essere insegnato sull’islam alle future classi dirigenti dei paesi occidentali. Tuttavia, sebbene la corruzione dei petrodollari sauditi rappresenti un serio ostacolo allo studio critico dell’islam, i problemi maggiori sono di natura ideologica. Molti accademici europei e americani sono così immersi nell’ideologia anti-occidentale che, anche gratuitamente, sono ben felici di denigrare la propria civiltà e di esaltare quella islamica.
Il dibattito sull’islam all’interno nelle istituzioni culturali occidentali è stato infatti corrotto ideologicamente fin dall’uscita, nel 1979, del libro “Orientalismo” di Edward Said. Lo studioso apostata Ibn Warraq, che ha demolito le tesi di Said in un approfondito studio uscito nel 2007, “Defending the West. A Critique of Edward Said’s «Orientalism»“, ha osservato che il libro di Said, indicando nell’Occidente la causa di tutti i mali del Medio Oriente, ha contribuito a inculcare negli arabi l’arte dell’autocommiserazione, a favorire il risorgere del fondamentalismo islamico negli anni Ottanta e a ridurre al silenzio ogni critica intellettuale dell’islam: «Ho chiamato terrorismo intellettuale l’aggressivo tono di “Orientalismo”, perché non cerca di convincere mediante argomenti o analisi storiche, ma accusando di razzismo, imperialismo o eurocentrismo chi la pensa diversamente. Una delle sue mosse preferite è quella di dipingere l’Oriente come una vittima perpetua dell’imperialismo, del dominio e dell’aggressione occidentale».
In verità, osserva Ibn Warraq, se contiamo gli anni di protettorato britannico e francese in Medio Oriente, l’Egitto è rimasto sotto il controllo Occidentale per 67 anni, la Siria per 31 anni, l’Iraq per soli 15 anni, l’Arabia Saudita mai. Questi periodi coloniali non reggono il confronto con la Spagna meridionale, rimasta sotto il giogo musulmano per 781 anni; con la Grecia, che ha subito per 381 anni il dominio ottomano; o con Bisanzio, ancora oggi in mani musulmane.
Due tipi di «dhimmi»
italiacomunistaMolti di questi intellettuali occidentali filo-islamici seguaci di Edward Said sono stati comunisti, terzomondisti, filocinesi o filocubani. Avevano trascorso la loro vita in attesa del grande evento rivoluzionario che avrebbe messo fine, una volta per tutte, allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Ma la caduta del muro, il crollo dell’Urss e la conversione della Cina al capitalismo li ha improvvisamente privati del loro sogno. Il risultato di questa perdita è una sorta di rancore permanente per il loro paese. La fiduciosa attesa del futuro si è trasformata in odio del passato. Dopo aver sognato di costruire un “mondo migliore”, oggi questi rivoluzionari invecchiati e inaciditi passano gran parte del loro tempo a distruggere la civiltà che li ha allevati e nutriti.
Oltre ai «dhimmi» oppressi e perseguitati che vivono nelle terre a maggioranza islamica, che meritano il nostro aiuto e la nostra compassione, esistono dunque dei «dhimmi» di un genere molto diverso, che vivono in Occidente. Questi «dhimmi» si sono sottomessi volontariamente all’islam, per opportunismo o per ideologia, diventandone apologeti. È fondamentale che questo secondo tipo di «dhimmi» venga sconfitto sul piano intellettuale. Per raggiungere questo obiettivo occorre confutare la loro versione falsificata della storia islamica, rendendo noto il destino tragico cui sono andati incontro tutti i popoli che nel corso della storia non sono stati in grado di opporsi alla «jihad». Queste civiltà sono state completamente annientate, e in molti casi della loro cultura, lingua, arte, tradizione, legge, storia, si è quasi perso il ricordo. Quel che è peggio, l’islam non solo ha sradicato dalla faccia della terra le ricche e fiorenti culture che ha conquistato, ma sta cercando, con l’aiuto dei «dhimmi» apologeti, di cancellare anche la storia di questa distruzione.
Le brutalità della «dhimmitudine» e i 270 milioni di vittime della «jihad» sono troppe perché si possano dimenticare. Raccontandole pagheremo il nostro debito morale nei confronti di queste vittime semi-sconosciute, perché non siano morte invano. Occorre far capire che la cultura islamica non ha niente in comune con la nostra, e non ci potrà essere un compromesso, perché in ogni campo l’islam si contrappone radicalmente alle nostre più profonde concezioni religiose, filosofiche, morali, politiche, artistiche. L’islamizzazione significherebbe dunque la totale distruzione della nostra grandetradimentoislamciviltà, esattamente come è accaduto ai cristiani del Medio Oriente e del Nord Africa, ai copti egiziani, ai cristiani nestoriani, ai zoroastriani o ai buddisti dell’Asia centrale.
Queste vicende storiche ci illuminano su quanto sta avvenendo oggi nei paesi presi di mira dalla «jihad» islamica. L’ignoranza è stata finora un comodo alibi per l’inerzia, ma la conoscenza costringerà gli europei a reagire. Quello dell’Europa è un sonno profondo, un letargo, forse un’anestesia provocata, ma il sonno non è la morte. Il sonno ha un termine, il sonno precede il risveglio. Per questo alla domanda se la civiltà europea sopravviverà, rispondo con convinzione di sì.
*Postfazione al libro “IL GRANDE TRADIMENTO” di Marco Casetta, Leonardo Facco Editore

Nessun commento:

Posta un commento