sabato 27 luglio 2013

All. nr.158) "IL PROBLEMA E' CHIARO, PER RISOLVERLO SI DEVE PARTIRE DALLE FONDAMENTA" (INDIVIDUATE SENZA DUBBIO ALCUNO).

Ci sino cento indagati in parlamento che dovrebbero fare una legge "Anticorruzione".
Sarebbe come chiedere a Giovanna D'Arco di andare a far legna per il suo falò.
Maurizio Crozza

“Oggi gli stessi partiti che durante il governo Monti hanno approvato la tanto sbandierata legge anticorruzione fanno a gara nel dire che va cambiata perché è totalmente sbagliata e inefficace. E’ bene ricordare, però, che solo noi dell’Italia dei Valori, nella scorsa legislatura, ci siamo opposti a quell'obbrobrio votando contro”. E’ quanto afferma in una nota il presidente onorario dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che aggiunge: “In quel provvedimento, infatti, è stato cancellato il reato di concussione per induzione che fu coniato da noi del Pool di Mani Pulite. All'epoca l’imprenditore, con la sua confessione, poteva contare su uno sconto di pena essendo parte lesa di un sistema che, anche se non utilizzava violenza, ti costringeva comunque a pagare la tangente. Nell'inchiesta scoprimmo, infatti, che questa era la regola: non c’era bisogno né di chiedere né di offrire la tangente. Vi era un vero e proprio sistema di dazione ambientale. Si faceva così e basta perché gli altri lo facevano”. “Anche per questi motivi io ritengo che sia fondamentale cambiare immediatamente la cosiddetta legge anticorruzione – conclude Di Pietro - occorre una norma che combatta efficacemente il sistema corruttivo”.

E sulla proposta PDL di eliminare la reclusione per il reato di finanziamento illecito :
“Il finanziamento illecito ai partiti è un modo per corrompere la politica. Se non ci fosse stato quel reato niente Mani pulite”.

  • Mauro Masoni Si, il paragone è appropriato e condivido tutto il resto.
    Comunque non perdo l'occasione per ricordare che una casa è solida se le fondamenta sono solide e ne consegue che dovrebbero essere sane e solide le basi del "Diritto" invece la "Corruzione" è una regola proprio in primis nei palazzi della "Giustizia" (Giudice Puliga, anno 2011, Corruz. Falso e Peculato, condanna a 15 anni; Giudice Pietro Vella arr. il 15.03.12 per concussione e condannato a tre anni per concussione; P.M. Staffa Roberto arr. in data 23.01.13; Giudice fall. di Roma Chiara Schettini, arr. nel 2013 per falso,Corruzione e Concussione; Giudice Franco Angelo Maria De Bernardi, arr. in data 23.07.13 per falso corruzione e concussione).
    Considerato che la regola di "Delinquere", nei palazzi della "Giustizia", è "DILAGANTE" e "CONSOLIDATA", non temo di essere smentito nell'affermare che, se davvero e seriamente non è fatta "Tabula Rasa" della (Purtroppo) "Maggioranza" dei togati per i quali è prassi commettere delitti contando sul "Vincolo Associativo" che li accomuna, non si potrà mai parlare della tanto sperata ed auspicata "Trasparenza" che "DEVE" essere alla base di uno stato civile non dimenticando ovviamente la nostra Carta Costituzionale.
    In caso contrario continueranno ad esistere le attuali connivenze e collusioni anche con tutte le associazioni a delinquere di stampo Mafioso.
    La "Massoneria" è a capo delle istituzioni statali ed ovviamente, una volta individuato il valido profitto, non disdegna affatto nessuna complicità.

“Oggi gli stessi partiti che durante il governo Monti hanno approvato la tanto sbandierata legge anticorruzione fanno a gara nel dire che va cambiata perché è totalmente sbagliata e inefficace. E’ bene ricordare, però, che solo noi dell’Italia dei Valori, nella scorsa legislatura, ci siamo opposti a quell'obbrobrio votando contro”. E’ quanto afferma in una nota il presidente onorario dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che aggiunge: “In quel provvedimento, infatti, è stato cancellato il reato di concussione per induzione che fu coniato da noi del Pool di Mani Pulite. All'epoca l’imprenditore, con la sua confessione, poteva contare su uno sconto di pena essendo parte lesa di un sistema che, anche se non utilizzava violenza, ti costringeva comunque a pagare la tangente. Nell'inchiesta scoprimmo, infatti, che questa era la regola: non c’era bisogno né di chiedere né di offrire la tangente. Vi era un vero e proprio sistema di dazione ambientale. Si faceva così e basta perché gli altri lo facevano”. “Anche per questi motivi io ritengo che sia fondamentale cambiare immediatamente la cosiddetta legge anticorruzione – conclude Di Pietro - occorre una norma che combatta efficacemente il sistema corruttivo”.

E sulla proposta PDL di eliminare la reclusione per il reato di finanziamento illecito :
“Il finanziamento illecito ai partiti è un modo per corrompere la politica. Se non ci fosse stato quel reato niente Mani pulite”.

  • Mauro Masoni Si, il paragone è appropriato e condivido tutto il resto.
    Comunque non perdo l'occasione per ricordare che una casa è solida se le fondamenta sono solide e ne consegue che dovrebbero essere sane e solide le basi del "Diritto" invece la "Corruzione" è una regola proprio in primis nei palazzi della "Giustizia" (Giudice Puliga, anno 2011, Corruz. Falso e Peculato, condanna a 15 anni; Giudice Pietro Vella arr. il 15.03.12 per concussione e condannato a tre anni per concussione; P.M. Staffa Roberto arr. in data 23.01.13; Giudice fall. di Roma Chiara Schettini, arr. nel 2013 per falso,Corruzione e Concussione; Giudice Franco Angelo Maria De Bernardi, arr. in data 23.07.13 per falso corruzione e concussione).
    Considerato che la regola di "Delinquere", nei palazzi della "Giustizia", è "DILAGANTE" e "CONSOLIDATA", non temo di essere smentito nell'affermare che, se davvero e seriamente non è fatta "Tabula Rasa" della (Purtroppo) "Maggioranza" dei togati per i quali è prassi commettere delitti contando sul "Vincolo Associativo" che li accomuna, non si potrà mai parlare della tanto sperata ed auspicata "Trasparenza" che "DEVE" essere alla base di uno stato civile non dimenticando ovviamente la nostra Carta Costituzionale.
    In caso contrario continueranno ad esistere le attuali connivenze e collusioni anche con tutte le associazioni a delinquere di stampo Mafioso.
    La "Massoneria" è a capo delle istituzioni statali ed ovviamente, una volta individuato il valido profitto, non disdegna affatto nessuna complicità.

    MA DOVE CAZZO CI PRESENTIAMO LEGGETE MA, QUESTO E' UN PICCOLO ACCENNO

    SEMPRE PIÙ GIÙ NELLA CLASSIFICA MONDIALE


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    Giustizia, siamo gli ultimi in Europa

    158esimi nel mondo, dopo Gambia e Mongolia. La lentezza dei processi civili ci costa 96 miliardi di euroItalia culla del diritto, ma non della giustizia. La lentezza dei processi frena la crescita per cittadini, imprese e investimenti esteri con costi enormi per il Paese. I fascicoli accumulati superano i 6 milioni a cui si devono aggiungere i 3,5 milioni circa di procedimenti penali. Le sole pratiche relative ai procedimenti civili pendenti occuperebbero una superficie pari a 74 campi da calcio grandi come San Siro. Una montagna di carta che, in termini economici, si traduce in quasi 96 miliardi di euro di mancata ricchezza.

    L'abbattimento del 10% dei tempi della giustizia civile potrebbe determinare un incremento dello 0,8% del Pil, secondo l'ultima stima di Confindustria. "Abbiamo calcolato -spiega all'Adnkronos Edoardo Merlino, segretario generale del Centro per la prevenzione e risoluzione dei conflitti (Cprc)- che questa percentuale corrisponde in termini economici a un milione di cause civili pendenti". Azzerare l'arretrato civile dunque farebbe guadagnare il 4,8% del Prodotto interno lordo pari a poco meno di 96 miliardi. Una missione ritenuta non impossibile se si guarda al 'modello Torino'. Da Viale dell'Astronomia a Confartigianato sono diverse le associazioni di imprenditori che chiedono un intervento del governo per recuperare competitivita'. Ma non solo: il presidente della commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli, chiede al ministro della Giustizia, Paola Severino, di affidarsi a magistrati manager contro i ritardi.

    Nel rapporto 'Doing Business 2012' della Banca Mondiale, l'Italia continua a perdere posizioni. E' fanalino di coda in Ue e non va meglio il confronto con il resto del pianeta: 158esima su 183 paesi. Meglio di noi Gambia, Mongolia e Vietnam, impari il confronto con il Vecchio Continente. In Italia servono 1.210 giorni per tutelare un contratto, contro 394 in Germania, 389 in Gran Bretagna e 331 in Francia. Ben 692 giorni in piu' - equivalente ad 1 anno 10 mesi e 27 giorni - rispetto alla media di 518 dei paesi Ocse.

    In Italia, inoltre, i costi legali sono spropositati. La quota in termini di assistenza legale e spese processuali, rispetto al valore complessivo della causa, e' tra le piu' alte: circa il 30%, contro il 14,4% della Germania e il 9,9% della Norvegia. La Commissione europea sull'efficienza della giustizia calcola che lo Stato italiano spende per la giustizia 70 euro per abitante, a fronte dei 58 della Francia dove, peraltro, la durata media di un processo civile e' la meta'. Non solo: le aziende straniere incassano i danni nel giro di 12 mesi, mentre quelle del Belpaese devono aspettare in media oltre 3 anni oppure accettare accordi al ribasso, mentre nel frattempo chiedono prestiti per sopravvivere. Abnorme la durata dei fallimenti, piu' di 10 anni in media, non e' da meno la giustizia tributaria.

    L'incertezza frena cosi' l'economia, oltre che accrescere il senso di ingiustizia. Stime della Banca d'Italia indicano che "la perdita annua di prodotto attribuibile ai difetti della nostra giustizia civile potrebbe giungere a un punto percentuale". Un deficit pubblico giudiziario tutto da sanare. Sul Sud Italia pesa la maggior parte dell'arretrato, piu' di meta' del totale nazionale. Qui la giustizia viaggia con il freno a mano tirato. La durata media di un processo civile ordinario di primo grado si triplica da Torino a Messina, da 500 a 1.500 giorni. A Roma i processi civili durano un terzo in piu' che al Nord dove, comunque, non mancano citta' 'fuori media'. E l'inaugurazione dell'anno giudiziario, prevista a breve, fornira' nuove cifre sulla lenta giustizia.

    Secondo alcune stime elaborate dal Centro studi Confindustria basate sull'eterogeneita' geografica nella lunghezza dei processi di primo grado, le ripercussioni sullo sviluppo economico sono "rilevanti": se nella provincia di Bari la giustizia civile avesse "la stessa efficienza che si riscontra nella provincia di Torino (-60% circa di durata dei procedimenti), la sua crescita economica nel periodo 2000-2007 sarebbe stata piu' elevata di 2,4 punti percentuali".

    La spesa pubblica complessiva per tribunali e procure, invece, supera i 7,5 miliardi di euro, la seconda piu' alta in termini pro-capite in Europa dopo la Germania. L'Ufficio studi di Confartigianato stima che la giustizia-lumaca sottrae agli imprenditori risorse per 2,2 miliardi di euro. Impossibile da quantificare i mancati introiti per la fuga degli investitori esteri, spaventati dai nostri ritmi giudiziari.

    E ad aumentare il deficit e' anche la legge Pinto, applicata se non si rispettano i tempi ragionevoli di un processo. Un trend in pauroso aumento. Nel 2008 il danno per le casse dello Stato e' stato di 81,3 milioni di euro, l'anno successivo e' lievitato a 267 e nel 2010, assicurano gli esperti, ha superato i 300 milioni. Un rischio oneroso se si considera che le cause in corso, tra penale e civile, superano i 9,5 milioni. E la nostra litigiosita' non ha eguali: piu' del doppio rispetto alla media Ue, da 10 a 20 volte in piu' degli scandinavi.

    Se la lentezza del processo sembra non frenare la voglia di giustizia, tra ricorsi, impugnazioni e cavilli cresce il popolo degli avvocati, circa 260 mila. In provincia di Milano ci sono tanti legali quanti nell'intera Francia. E le tariffe premiano chi firma piu' atti, non chi accorcia i tempi o evita i processi optando per la conciliazione. Cosi' tra eterni rinvii che si rincorrono per i tre gradi di giudizio l'onorario cresce insieme all'arretrato.
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