mercoledì 25 febbraio 2015

All.nr.255) LA PERENNE "DISGRAZIA" DELL'ITALIA ? LA "MAFIA TOGATA" ! STOP.

Quì di seguito è riportato un altro chiaro elemento dal quale si evince chiaramente quanto sia dannoso nonche' assurdo il "mafioso" strapotere della "magistratura".

Tutti ricordiamo che Clementina Forleo è il Magistrato che iniziò una seria nonchè produttiva attività di indagine sullo scandalo "BNL-UNIPOL ove risultavano coinvolti tale "Consorte"(presidente Unipol), tale D'Alema, tale Fassino e tale La Torre.
Inoltre ricordiamo che, considerati gli elementi sia oggettivi che soggettivi costituenti il  reato contestato, "Stranamente" in galera finì solo tale "Consorte".
Riguardo il D'Alema, Il Fassino ed il La Torre, questi furono palesemente "Salvati" da un "Magistrato" il quale ordinò la "Distruzione di tutte le telefonate intecettate e dalle quali si evinceva palesemente la correità degli  stessi con l'arrestato "Consorte.
Ma come vediamo non finisce quì poichè, come risulta da quanto in seguito riiportato, il caro "C.S.M." non ha dimenticato ed ha "Punito" Clementina Forleo negandogli i suoi sacrosanti avanzamenti di  carriera.
L'unica sua colpa ?
Aver espletato correttamente la sua funzione di Magistrato inquirente raccogliendo tutti gli elementi di accusa per un incontrovertibile rinvio a giudizio.
Il fatto, come il C.S.M. ha tenuto a precisare, è che la Forleo "Osò" procedere nei confronti degli "Intoccabili" Comunisti, poi Quercia, poi Olivo, poi Pds ed ora "Pd".

No signori, proprio non può andare in quanto continuiamo a dare esempio di come "NON" dovrebbe comportarsi nessun "Magistrato" degno di questo nome.
Il fatto che in tv si susseguano programmi nei quali viene sempre più sottolineata la "Criminale" condotta dei "Togati (anche stamani 25.02 c.a. sulla 7), è si importante per l'informazione ma assolutamente sterile per quanto riguarda un sacrosanto intervento contro l'ingiustificato "Potere" che resta in capo alle "Intoccabili" Toghe pur se responsabili dei peggiori delitti.
Questa mattina è stato fatto cenno alla ventilata "Amnistia" ed un ospite ha ricordato che in Italia nessuno tiene conto del fattto che, una "Amnistia" tacita è comunque costante in quanto le vittime delle migliaia di reati caduti in "Prescrizione" non sono affatto figli di un "Dio Minore".
Manca la buona fede e su questo non c'è dubbio ma ciò che manca è anche un organico più adeguato ed un sistema più fluido (come in tutta Europa), ove i tempi non siano quelli assurdi e "Biblici" della "Giustizia" italiana.
Il sottoscritto può fare anche un piccolo esempio:
Alla fine degli anni ottanta ed inizio degli anni novanta fu introdotto il "Giudizio per direttissiima" a tutti  coloro che erano  stati arrestati nella flagranza del reato.
Per essere più chiaro gli arrestati erano di media "Due" per ogno turno (ed i turni 4 nelle 24 ore).
Ebbene, questi venivano "Immediatamente" tradotti alla locale Pretura (all'epoca ancora esistente) e giudicati iimmediatamente.
Come si può ben capire venivano risparmiati i  vari mesi di  "Custodia cautelare" in attesa di giudizio ed il gravame di fascicoli era praticamente nullo nelle relative sedi.
Inoltre si ricorda anche che, per quei giudizi, ove la responsabilità era sempre chiara vista la flagranza, la funzione di P.M. vveniva spesso svolta da un Uff. di P.G. e spesso il Giudice era un Avvoocato.
Signori, a partire dalle cose meno rilevanti di cui sopra, per giungere poi alle cose ben più complesse che tutti conosciamo, appare improcastinabile una "Seria Riforma" di tutto il sistema giudiziario "Italiano" poichè il paese ha toccato il "Fondo" e le "Vittime" diquesta assurda "Malagiustizia" (i cittadini), continuano a pagare ingiustamente un prezzo che per molti, purtroppo risulta oltremodo gravoso e che produce dei danni irreparabili dal punto  di vista moirale, psicologico, economico ed anche "Fisico" per le patologie scaturenti da anni di rabbia, dolore e disperazione.


Clementina Forleo paga ancora per avere indagato sulla finanza rossa

- Ven, 22/02/2013 - 07:23

In un paese in cui i magistrati fanno interviste e pubblicano libri parlando delle loro inchieste ancora aperte, può sembrare surreale: eppure ieri il Consiglio superiore della magistratura ha punito Clementina Forleo, giudice a Milano, negandole gli avanzamenti di carriera cui avrebbe avuto diritto non solo per anzianità ma anche per le valutazioni sulla sua professionalità («eccellente») fornite dal consiglio giudiziario di Milano e acquisite nel suo fascicolo. La colpa della Forleo è essere andata anni fa in televisione, ad Annozero, denunciando le pressioni dei «poteri forti» sull'inchiesta Bnl-Unipol, ovvero sulla scalata della assicurazione «rossa» alla Banca Nazionale del Lavoro.
É un tema, quello dei rapporti tra la sinistra e le scalate bancarie, che oggi è sulle prime pagine dei giornali grazie all'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena. Ma in quegli anni il clima era diverso. E l'inizio dei guai della Forleo iniziò quando chiese al Parlamento di poter trascrivere le intercettazioni delle telefonate di Massimo D'Alema e del suo compagno di partito Nicola La Torre, definendoli «complici consapevoli del disegno criminoso». Da lì iniziò il suo isolamento.
Per l'intervista a Annozero, la Forleo è già stata ingiustamente punita: il Csm la trasferì a Cremona per «incompatibillità ambiantale», con una decisione annullata dal Consiglio di Stato. É tornata a Milano, fa il giudice di tribunale. Mercoledì sera, a sorpresa, il Csm è tornata a fargliela pagare. Con una maggioranza risicata - dodici voti contro dieci - è stata giudicata indegna degli avanzamenti che le sarebbero spettati. Tra i più duri, il consigliere del Csm Guido Calvi, che all'epoca del caso Bnl-Unipol era l'avvocato dei Democratici di sinistra.

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