venerdì 3 aprile 2015

All. nr.266) INTRALLAZZI ED ALCHIMIE "ITALIANE" TRA "MAGISTRATURA" E "POLITICA" I FRATELLI "MANZIONE" NE SONO L'ESEMPIO !

Lei (Antonella Manzione) dichiarò il falso e fece arrestare l'ex sindaco Massimo Mallegni di Pietrasanta (LU);
Lui, (Domenico Manzione), nella funzione di P.M. alla Procura di Lucca, basandosi sulla denuncia della sorella, arrestò il citato Mallegni con ben 51 capi di imputazione e gli inquisiti erano circa 40.
Tutti furono assolti in primo grado e, si badi bene che la Procura non ricorse nemmeno in appello vista la palese "Invenzione" di quei capi d'accusa ma, come si vede, entrambi i fratelli, a seguito di tale condotta hannoo fatto "Carriera" perchè amici di "Politici compiacenti".

L’IRRESISTIBILE ASCESA DEI FRATELLI MANZIONE ALLA

CORTE DI RENZI - LUI SOTTOSEGRETARIO AGLI INTERNI,

LEI POTENTISSIMA CAPO DELL’UFFICIO LEGISLATIVO DI

PALAZZO CHIGI: ORA LA “ZARINA” DI RENZI PUNTA DRITTO

AL CONSIGLIO DI STATO


Domenico Manzione



Ma è vero che la Manzione diventa Consigliere

di stato? L’ho letto su qualche giornale (Libero,

ndr)”.

La domanda a Matteo Renzi Nicola Porro la fa a

bruciapelo durante la puntata di Virus di giovedì

sera. Lui palesemente non se l’aspetta. L’altro lo

incalza. “L’ha nominata a Palazzo Chigi,

questa....”. Sta per dire “vigilessa”, ma Renzi lo

interrompe. E prende tempo: “L’avvocato

Manzione è una delle personalità più importanti

del nostro staff”. La nominerà a Palazzo Spada?

“Abbiamo ancora molto tempo”, tergiversa lui.

Poi, mette lì un dubitativo: “In genere al Consiglio

di Stato mettono quelli un po’ più anziani” . E

ribadisce per chi non avesse capito: “L’avvocato

Manzione è una delle persone più straordinarie del

mio staff”.


Antonella Manzione Libro



Nonostante le considerazioni sull’età

della sua preziosa collaboratrice, il

premier non dice né sì, né no. Il fatto è

che nei corridoi di Palazzo Chigi se ne

parla da giorni. Per la propria nomina,

spinge proprio la ex vigilessa di

Firenze, voluta fortemente da Renzi a

capo del Dagl (Dipartimento Affari

giuridici e legislativi, la macchina

operativa deputata a scrivere

materialmente le leggi), a dispetto del

parere contrario della Corte dei Conti.

Litiga con tutti, fa la guerra a tutti.

In nome della fedeltà al Capo. I cui desideri ha il compito di tradurre in legge:

compito ingrato, vita difficile. E allora, vuole una polizza a vita. Questo significa

che starebbe per lasciare il Dipartimento alla volta del Consiglio di Stato? No,

non è questa la ratio dell’operazione: la Manzione vuole una garanzia per il

futuro, ma anche una promozione, che le faccia svolgere le fatiche quotidiane

dall’alto del ruolo prestigioso di Consigliere.

Uno status, insomma, che la metta al riparo, visto che i contrasti sono

fortissimi a Palazzo Chigi: non va d’accordo con Roberto Garofoli, capo di

gabinetto del Mef. Dall’inizio ha sostanzialmente esautorato il segretario

generale di Graziano Delrio, Mauro Bonaretti (che viene dato in uscita da

mesi). Litiga con tutti, fa la guerra a tutti. I provvedimenti passano tutti da lei:

tanti e spesso e volentieri in arrivo a “a rate”. Nei mesi scorsi, in supplenza è

andato a volte addirittura l’Ufficio legislativo del Quirinale. Una stampella che

però adesso viene a mancare: come saranno i rapporti di Palazzo Chigi con il

legislativo che metterà su Sergio Mattarella?

Nel frattempo, a Palazzo Spada sono piuttosto preoccupati. La voce della

possibile nomina è arrivata anche a loro. Ma nulla più di una voce. Il governo

deve scegliere nel prossimo futuro 6 consiglieri (di un organismo che, peraltro,

più volte Renzi ha fatto intendere di voler rottamare). In genere, la prassi è

che il premier prenda contatti, annunci le sue intenzioni. Stavolta, nulla.

Nessuna telefonata ufficiale, nessuna consultazione. Lui sta riflettendo: non

solo per le esigenze della Manzione a Palazzo Chigi, ma anche perché

rafforzarsi al Consiglio di stato potrebbe essere una mossa utile.


MATTEO RENZI E ANTONELLA MANZIONE



La Manzione, 51 anni, di Lucca, oltre

all’insegnamento di diritto negli istituti

superiori, vanta il romanzo “Miranda va

alla guerra”, premio miglior scrittore

2010 di Toscana. E la fiducia assoluta

del presidente del Consiglio è una

questione di famiglia.

Il primo ad arrivare in un posto di

rilievo nei palazzi romani è stato il

fratello, Domenico Manzione. Nominato

Sottosegretario all’Interno nel governo Letta. Uno dei tre posti di governo in

quota Renzi. Anche lui è una vecchia conoscenza del presidente del Consiglio:

magistrato, è stato a lungo pubblico ministero a Lucca, nella procura diretta da

Giuseppe Quattrocchi, che fu promosso capo della procura di Firenze quando

Renzi era sindaco. Oggi Quattrocchi è consigliere del nuovo sindaco Dario

Nardella. E Manzione nel governo Renzi è ancora Sottosegretario agli Interni.

Buon sangue non mente.

Wanda Marra per Il Fattoquotidiano.it

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